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da Auanagana Bob per Tutti
Il consumo di carne è innaturale per l'uomo.
Il nostro corpo ha caratteristiche tali da richiedere il consumo di carne? Come sosteneva oltre un secolo fa il grande guru indiano Sri Yukteswar, maestro di Paramahansa Yogananda, il corpo umano sembra essere stato creato per un'alimentazione a base di cereali frutta, radici commestibili e bevande come il latte.
Immaginiamoci mentre, comodamente seduti a tavola, ci viene servita una grossa bistecca: dopo averla tagliata con il coltello la portiamo alla bocca: senza le posate avremmo grossi problemi a cibarci di carne, perché le nostre mani sono prensili, non artigliate e perché i nostri denti non sono acuminati e adatti a lacerare come quelli degli animali carnivori, ma a tritare sostanze più facilmente masticabili. Ogni tanto elargite un pezzetto della vostra pietanza al vostro cane che vi fa la corte attratto dall'odore; osservatelo mentre mangia: i carnivori ingoiano senza masticare per cui non hanno bisogno di una grande mobilità della mascella come invece l'uomo.
Una volta finita la nostra bella bistecca subentra la fase della digestione, ma il nostro stomaco non produce le stesse quantità di succhi gastrici dei carnivori, sicché la digestione sarà lunga e difficoltosa. Ma oramai siamo abituati a tutto, ci prendiamo un caffè, un amaro e decidiamo di portare a spasso il nostro cane, così, tanto per affrettare la digestione. Mentre camminiamo con la nostra pancia piena e un senso di torpore piuttosto fastidioso, quasi dimenticandoci che all'altro capo del guinzaglio c'è il nostro amico a quattro zampe, ci sentiamo tirare decisamente: è lui, che avendo trovato un posticino adatto si è accoccolato ad eliminare la sua porzione di bistecca. "Strano" ci diciamo, "abbiamo finito di mangiare da così poco tempo, capirai io devo ancora digerire e lui invece ha già...bah"! Ritornando verso casa il nostro cane è energico e pimpante, salta, abbaia, insegue i gatti e noi ci diciamo che invece ci faremmo volentieri un pisolino.
Perché questa diversa reazione nel cane e nell'uomo? La carne attraversa l'intestino, dove le sue sostanze vengono assimilate dopo di ché ciò che resta dev'essere espulso velocemente, poiché come dicono alcuni "un pezzo di carne non è altro che un pezzo di cadavere la cui putrefazione crea velenosi rifiuti all'interno del corpo". L'intestino del nostro cane è appositamente conformato: la lunghezza del suo canale alimentare è, in proporzione, inferiore rispetto a quella dell'uomo che così trattiene a lungo nel suo corpo le tossine che dalla carne si sprigionano e che hanno effetti deleteri specie nei reni.
Mentre attuiamo il nostro proposito di rigenerarci con la classica pennichella, nel nostro corpo continua il lungo viaggio della bistecca: l'organismo umano non riesce a elaborare grandi quantità di grassi animali, mentre il nostro cane, che ora ci guarda speranzoso portandoci la sua pallina preferita, ne può metabolizzare a volontà; "beato lui"!, direte, "almeno non deve tenere sotto controllo il colesterolo". Eh già, perché oltre ad affaticare i nostri reni, l'eccesso di colesterolo a lungo andare provoca arteriosclerosi e aumenta la probabilità di infarti e malattie cardiache. Studi su popoli dalle diverse abitudini alimentari hanno confermato queste affermazioni e tra tutti possiamo osservare il caso degli USA in cui l'alimentazione prevalentemente a base di carne e grassi saturi provoca un'alta percentuale di obesità e malattie cardiache; poverini, alcuni nutrizionisti americani si sentono talmente a disagio per la stupidità dei comportamenti alimentari dei loro connazionali, che hanno dovuto inventare che anche la dieta mediterranea sia nociva e fa ingrassare!!! Invece, ahimè, sbagliano e di grosso: un'alimentazione ricca di carne e povera di fibre vegetali aumenta la possibilità di sviluppare in cancro al colon, che così si aggiunge al già nutrito elenco di patologie che derivano dall'uso eccessivo di carne. Alcuni di voi diranno: "beh, ma io non mangio poi così tanta carne", ma attenzione: la quantità media di carne che noi usiamo qui nel ricco occidente è eccessiva; non confondiamo le consuetudini con la realtà!
Basta con l'indifferenza: non facciamoci prendere in giro!
La cosa che più mi fa arrabbiare dell'uso della carne non è tanto l'assoluta indifferenza al dolore degli animali e al fatto che cibandoci di carne ci cibiamo di sofferenza: purtroppo la sensibilità verso queste cose si deve a molteplici ragioni che travalicano l'intelligenza o le immediate responsabilità individuali, bensì le diverse sensibilità di ognuno di noi si legano a ragioni karmiche che non possono essere interamente comprese né sono facilmente modificabili dall'esterno. Poiché ognuno si trova in un punto diverso di quel cammino che è la nostra esistenza, non tutti sono in grado di *sentire*, oggi, in questa vita, il dolore degli animali e la barbarie dell'alimentazione carnivora. Per questo preferisco soffermarmi su qualcosa che tutti possono capire, ora, e che agisce su un'attitudine umana universale: non ci piace essere presi in giro! E gli allevatori, le industrie farmaceutiche, i governi stessi, ci prendono in giro! Dietro la bistecca che ci viene offerta su un bel piatto, ci sono interessi meschini, puramente economici che deliberatamente accantonano i rischi per la salute dei consumatori, i rischi ambientali, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali e le ragioni etiche connesse al diritto ad un'alimentazione corretta e quantitativamente sufficiente per tutti gli abitanti del nostro pianeta. L'unica logica che governa il mondo oggi è l'economia, la convenienza, l'arricchimento delle multinazionali che spesso sono colluse con i governi e il mondo politico in generale. Le ragioni morali, la salute, il rispetto per la nostra madre terra e per gli esseri viventi sono considerati irrilevanti, banalità da "buonisti". Questo mi fa inorridire e faccio il tifo per i manifestanti che sono accorsi a Seattle per protestare contro i potenti riuniti al WTO. Ma noi tutti siamo responsabili quanto questi "signori" che decidono le nostre sorti, perché preferiamo concentrarci sulla degustazione della nostra bistecca e volutamente ignoriamo cosa c'è dietro, accettiamo le loro sporche manovre e li votiamo affinché ci governino.
Quindi se non ve ne frega niente dell'aspetto morale, se ritenete gli animali esseri inferiori, magari chiamando a vostro sostegno la Bibbia e non vi curate del loro dolore, se non credete che la carne di cui vi cibate sia intrisa di sofferenza e che questa sopravviva alla morte e vada ad infestare il vostro stesso organismo e di qui la vostra mente, ok, non ci credete, ma almeno rifiutatevi di farvi prendere per i fondelli, di essere complici di un sistema economico aberrante e distruttivo!
Ma no, a noi cosa ce ne frega? Abbiamo tante cose da fare, a cui pensare, possiamo star dietro a tutto? Il nostro ego ci dice che la carne è buona e che non ci va di pensare alle miserie del mondo e così tiriamo avanti inconsapevoli, ciechi, complici della parte malata dell'umanità. E questo riguarda ogni cosa. Signori miei, sono veramente arrabbiata, per l'indifferenza con la quale viviamo, anzi con la quale ci lasciamo vivere, indifferenza della quale si alimentano i signori del potere. Tutto al mondo è gestito da loro e dalla loro avidità e intanto stiamo distruggendo la terra e continuiamo a far figli come niente fosse! Ma che mondo gli lasciamo? Se non ci indigniamo per queste cose siamo responsabili del loro triste futuro: è questo l'amore che nutriamo per loro? Cosa gli insegniamo? Che la vita è avere una bella casa in città, magari la villetta al mare, che la vita è essere belli e brillanti, avere successo nel lavoro (non importa quale purché non ci sporchi le mani e non si fatichi), possedere una bella macchina e cercare divertimenti a non finire per riempire il vuoto che comunque dentro di noi si agita e ci rende sempre insoddisfatti?
Tutto è gestito in funzione del profitto; guardate l'industria automobilistica. Quando nel nostro paese, all'inizio dagli anni'50-60, la Fiat ha cominciato a produrre su larga scala, i governi, contenti dell'occupazione e della ricchezza che produceva, in modo assai poco lungimirante hanno incentivato i meccanismi di mercato e accettato di buon grado le pressioni affinché i trasporti pubblici e su rotaia non venissero sviluppati ed oggi eccoci qua, a sperare che una pioggia provvidenziale renda di nuovo la nostra aria respirabile, a impazzire nel traffico e a lottare per un parcheggio.
Ma la gente si chiede perché siamo arrivati a questo? No, perché la macchina è diventata un oggetto di culto, da cambiare in base alla moda: le industrie automobilistiche pompano affinché la macchina sia avvertita come un qualcosa di altamente desiderabile, in modo che la gente la cambi spesso senza attendere che non sia più funzionante a causa dell'usura; e i governi cosa fanno? Incentivano questo atteggiamento vergognosamente consumistico e addirittura penalizzano chi possiede un'auto vecchia, che la cura e la coscienza hanno spinto a conservare in buone condizioni. Ci fanno credere che la benzina verde non inquini, mentre è risaputo che finché non si scalda bene il motore (ma anche dopo) è addirittura più dannosa della benzina al piombo: in realtà è solo un modo per costringerci a comprare nuove macchine, perché l'economia moderna si basa su un consumo forsennato che spinge anche a diminuire la qualità dei prodotti affinché la loro durata sia limitata.
Ma che sistema è quello che per funzionare deve inevitabilmente sfruttare senza fine le risorse umane e naturali e inquinare l'ambiente? E' un sistema deviato destinato a portare alla catastrofe se le coscienze individuali e conseguentemente sociali non intervengono in tempo. Tra l'altro sapete che sono state inventate, oltre alle macchine elettriche, automobili che fanno moltissimi chilometri con poca benzina, altre che vanno ad acqua e addirittura una macchina che usa come combustibile i rifiuti della nostra casa? E dove sono queste macchine, perché non si studia il modo per perfezionarle, perché non si producono? I signori del petrolio non lo permettono e noi continuiamo ad accettare questa situazione, a sognare una macchina più grande e a trasmettere ai nostri figli gli stessi idioti valori.
Dopo questa lunga digressione torniamo al discorso carne. Non credo che fosse fuori luogo, visto che sia l'allevamento di animali da macello sia l'industria automobilistica hanno in comune la stessa situazione:
- impatto ambientale
- sfruttamento delle risorse
- manovre economiche discutibili
- connivenze con i governi
- assoluta indifferenza alle ragioni etiche
- possibili alternative volutamente ignorate
- stupidità di noi "consumatori" (termine terribile che rende l'idea del livello di istupidimento e di alienazione raggiunto dall'uomo moderno).
Manovre economiche che ignorano volutamente la salute pubblica e il rispetto del nostro pianeta.
Gli animali vengono allevati intensivamente per soddisfare i bisogni sempre crescenti dei consumatori (opportunamente stimolati da campagne pubblicitarie). Vengono costretti a vivere in spazi angusti, allevati esclusivamente per essere uccisi al momento opportuno e per rendere il più possibile, cosa già di per sé scandalosa. Infatti anche gli indiani d'America si cibavano di carne, ma con rispetto e con impatto ecologico praticamente nullo. Gli indiani consideravano il bufalo come un prezioso avversario da affrontare in una lotta ad armi pari; questa lotta acquistava anche un profondo valore simbolico che si legava alla loro profonda spiritualità. Uccidevano solo i bufali necessari alla loro sopravvivenza e dell'animale ucciso utilizzavano tutto, dalla carne, alla pelle, alle ossa, per fabbricare tende, vestiario e utensili.
Quanto più misero e meschino il nostro sistema attuale! Negli allevamenti attuali, oltre alle condizioni di vita assurde e a quelle del trasporto, assolutamente inaccettabili, gli animali vengono imbottiti di medicinali già prima della nascita: alcuni, come gli antibiotici, servono per proteggerli da patologie derivanti da una simile condizione di vita (che in termini igienici è deplorevole), e dalla stessa infelicità che li rende soggetti alle malattie. Inoltre per farli crescere velocemente e affinché la loro carne sia rossa e dall'aspetto sano per soddisfare l'occhio dell'attento (e stupido) consumatore occidentale, sempre così sensibile alle apparenze quanto incurante della sostanza, agli animali vengono somministrati ormoni della crescita che poi finiscono anche nel nostro corpo. Per tenerli buoni, poi, vengono imbottiti di tranquillanti e droghe. In tutto gli vengono somministrate ben 2700 diverse sostanze chimiche! Tra l'altro di recente sono stati innalzati i limiti di tolleranza di queste sostanze, limiti che sono stati accettati anche dalla Comunità Europea, incurante dei recenti casi della mucca pazza e del pollo alla diossina che sono solo i più evidenti: non credete che nelle scelte politiche ci sia lo zampino di qualcuno? Di chi secondo voi oltre alle industrie della carne? Ma delle industrie farmaceutiche, le famigerate, potenti industrie che fanno i prezzi della nostra salute, che boicottano la cura di Bella e le medicine alternative, le stesse che producono alimenti transgenici e pesticidi, le stesse che producono antibiotici e prodotti chimici che vengono somministrati agli animali e che finiscono nel nostro organismo rendendoci sempre più assuefatti agli antibiotici ecc.
Come non bastasse, si sospetta che alcune di queste sostanze siano cancerogene (ma gli esperti dicono che non è stato provato, proprio come nel caso delle onde elettromagnetiche, che dite, gli possiamo credere? Io dico proprio di no. Tutto quello che ci fanno sapere, tutto quello che arriva a noi è stato attentamente vagliato, epurato, manipolato), ma non c'è nessuna legge che imponga ai produttori di scriverlo sulle etichette. Tra l'altro, perché proprio gli USA, che sono i maggiori fautori dei cibi transgenici non vogliono che nelle etichette ciò sia segnalato? Perché se sono veramente innocui? Perché accettiamo che ci impediscano di scegliere sulla nostra salute? L'industria della carne e quella farmaceutica guadagnano migliaia di miliardi l'anno con la loro collaborazione e queste cifre esorbitanti fanno passare in secondo piano la pericolosità dei loro prodotti sulla nostra salute. A questi veleni si sommano le sostanze nocive naturali che si producono spontaneamente durante la macellazione e che sono solo un sintomo fisico della sofferenza dell'animale e dell'effetto che questa ha su di noi se ce ne cibiamo. Molto spesso le ispezioni che precedono la macellazione e la vendita sono sommarie a causa delle pressioni economiche, e permettono che la gente si cibi di animali malati a causa delle condizioni di vita in spazi angusti, scarsa igiene, crescita forzata (vedi i casi già citati dei polli alla diossina); sapete cosa rispondono gli ispettori a simili accuse? Che se il regolamento fosse più severo non resterebbe aperta una sola ditta di confezione di carne...trovate ancora succulenta quella bistecca?
Molte delle nostre esigenze non sono naturali, ma ci vengono indotte sin dalla nascita.
Ma abbiamo davvero bisogno di carne? No! Spesso si dice che il vegetariano sia un individuo pallido e privo di energia: ma guardate i grandi animali vegetariani, come l'elefante ad esempio: vi sembra deboluccio e privo di energie? E non venitemi a dire che ha un apparato digerente diverso: siamo più simili a lui che al leone. Infatti nella digestione le proteine vengono trasformate in aminoacidi, dei quali quelli essenziali si trovano tranquillamente nel mondo vegetale (fagioli, grano, noci, lenticchie, arachidi ecc.) e nei latticini. Nel mondo occidentale si supera abbondantemente la quantità di proteine assunte (in base alla quantità suggerita dall'OMS Organizzazione Mondiale della Sanità) e queste diventano pericolose scorie per i nostri reni, quindi dannose oltre che inutili, mentre la fonte primaria della nostra energia è costituita dai carboidrati. I vegetariani attenti all'equilibrio della loro alimentazione (cosa che dovrebbero fare tutti) sono potenti e più lucidi dei carnivori: basti pensare al caso di alcuni atleti vegetariani dal fisico possente e dalle ottime prestazioni. Quindi chi ci ha fatto credere che abbiamo bisogno di carne e perché?
Vi racconto una cosa personale. Mio padre è un bell'uomo grande e grosso. E' alto un metro e ottanta e da giovane per motivi di lavoro ha sviluppato una possente massa muscolare che ha conservato quasi intatta ancora oggi. Mi racconta spesso che durante la sua infanzia (è nato poco prima della guerra) e la sua giovinezza non si mangiava quasi mai carne, ma moltissima verdura e legumi. Una volta una sua sorellina era molto malata; il medico accorso a visitarla ordinò ai genitori di comprarle una grossa bistecca per rimetterla in sesto. La carne veniva cioè considerata un bene di lusso riservato alle grandi feste religiose e alla malattia e questo lo faceva credere alla povera gente il medico più ignorante di loro, il prete al quale non mancava mai un pezzo di carne a pranzo o a cena e che andava in giro ad ammonire i genitori di non far studiare i figli, altrimenti poi non avrebbero più lavorato e oltrepassando la cultura dei genitori sarebbero diventati ribelli, lo faceva credere il datore di lavoro, che allora ancora si chiamava "padrone", con la sua tavola imbandita. La fine della guerra, l'avvento del consumo di massa e finalmente di una certa omogeneità sociale, hanno portato a un'estremizzazione di antiche convinzioni, di desideri frustrati e alle industrie si è aperto un enorme mercato, per cui tali convinzioni andavano assolutamente alimentate. Ma mio padre è cresciuto benissimo mangiando carne tre volte all'anno e dalle sue vecchie foto si vede un bellissimo ventenne dalle spalle larghe e dal volto colorito, la forza e la salute personificate.
Eppure anche mio padre è rimasto vittima dell'inganno sociale, della mentalità dell'epoca nella quale è cresciuto (che eppure ha aborrito con tutte le sue forze), dell'uomo duro e insensibile, quello che non deve chiedere mai e che non si commuove. Mio padre ama la natura e gli animali con un'intensità e una sensibilità delle quali neanche lui è consapevole, eppure se ne vergogna e finge di non avere pietà del loro dolore; quando gli dico che non voglio mangiare carne e che anche lui non dovrebbe, mi dice che sono ridicolo, che rischio la salute e che bisogna accettare la natura. Ma questa non è la natura, non è naturale uccidere gli altri esseri senzienti, non è naturale specie in queste condizioni di sfruttamento degli animali e di noncuranza della salute pubblica. Eppure, se io la penso così e se cerco di divulgare l'amore e il rispetto per la natura e per gli animali, lo devo proprio a mio padre e a quell'amore che, nonostante i tentativi di sopprimerlo, è vivo e intatto dentro di sé; lo devo al suo comportamento che contraddice le sue parole, lo devo al modo che ha di accarezzare il cane e di giocare con lui, a tutti i trovatelli che ha accolto ed accudito nonostante il suo borbottare, alla sua capacità di osservazione e alla sua curiosità per le scienze naturali, alla passione con la quale coltiva le sue piantine, alla sua volontà di curarsi con gli infusi naturali che ricava dalle erbe selvatiche, al suo rifiuto degli sprechi e del consumismo. Capite fino a che punto arriva l'inganno? Al punto che si nega la validità della stessa nostra esperienza: nonostante sappiamo che si può vivere e vivere bene senza carne, siamo indotti a cibarcene per una consuetudine inconsapevole.
Quanto costa veramente la carne?
Secondo l'USDA (Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti), più del 90% della produzione di grano in America, viene usato per l'alimentazione degli animali da macello. Si tratta di un dispendio criminale delle risorse, considerando che *ricaviamo solo un chilogrammo di carne bovina da sedici chili di grano*. Dai calcoli effettuati da esperti tra cui Aaron Altshul (Analisi chimica e politica delle proteine), ne deriva che se i terreni coltivabili della terra venissero usati soprattutto per produrre cibo vegetariano, ci sarebbe cibo per 20, dico, 20 miliardi di abitanti, altro che fame del mondo! Le risorse ci sono e basterebbero per tutti se il mondo occidentale non si arrogasse il diritto di sfruttare da solo i 2/3 delle risorse del pianeta lasciando al resto del mondo le briciole! L'economista francese René Dumont durante la Conferenza per l'Alimentazione Mondiale delle Nazioni Unite dichiarò: "L'eccessivo consumo di carne da parte del ricco significa la fame per il povero".
Se le mucche fossero lasciate vive (se il loro allevamento però non fosse forzatamente incentivato, ma del tutto naturale), queste potrebbero produrre un'enorme quantità di cibo (latte, formaggi, yogurt, burro) con alti valori nutritivi, semplicemente cibandosi dei resti provenienti dai terreni coltivati inutilizzabili per l'uomo; si tratterebbe quindi di un sistema di produzione di alimenti altamente economico e redditizio. Tanta è la produzione di latte e derivati che i governi pensano bene di distruggere, immagazzinare e nei casi migliori regalare ai poveri l'eccesso di produzione che si cerca di regolamentare (vedi multe agli allevatori): il fatto è che non si vuole produrre in questo modo, ma si vogliono tenere in vita profitti e connivenze extra, mantenere i prezzi, e in definitiva nessuno pensa realmente di risolvere i problemi del terzo mondo perché fa comodo agli interessi che le multinazionali hanno in quei posti. I governi favoriscono questo stato di cose, dando incentivi e sovvenzioni all'industria della carne e favorendo campagne pubblicitarie.
La produzione di carne richiede più terreni di quelli necessari alla produzione agricola. Alcuni studi hanno rilevato che un acro coltivato a grano produce cinque volte più proteine che un acro riservato al pascolo, e se invece del grano si coltivano piselli o fagioli si arriva ad un rapporto di 10 a 1. Tutto ciò lo sapeva già Socrate e noi oggi, volutamente, lo ignoriamo. Tra l'altro Socrate paventava che l'alimentazione carnivora avrebbe richiesto più terre per i pascoli e per poterle avere l'uomo avrebbe scatenato sanguinose guerre.
Arrivati a questo punto proviamo a scuotere un po' più direttamente le coscienze: ogni anno, solo negli USA vengono uccisi 140 milioni di mammiferi e 3 miliardi di volatili. Provate a immaginare quanta sofferenza si sprigiona da loro mentre vengono colpiti con martelli, elettroshock e fucili pneumatici, mentre vengono sgozzati e mentre sono ancora vivi, fatti a pezzi. Provate a chiudere gli occhi e a sentire i loro urli strazianti, la loro paura, il loro dolore, il senso di impotenza e tutta la cieca crudeltà umana. Mi viene in mente la Primavera Hitleriana di E. Montale, uno dei capolavori della letteratura del '900 per la sua carica polemica contenuta in allusioni ermetiche e in analogie fortemente espressive:
"Da poco sul corso è passato a volo un messo infernale
tra un alalà di scherani, un golfo mistico acceso
e pavesato di croci a uncino l'ha preso e inghiottito,
si sono chiuse le vetrine, povere
e inoffensive benché armate anch'esse
di cannoni e giocattoli di guerra,
ha sprangato il beccaio che infiorava
di bacche il muso dei capretti uccisi,
la sagra dei miti carnefici che ancora ignorano il sangue
s'è tramutata in un sozzo trescone d'ali schiantate,
di larve sulle golene, e l'acqua séguita a rodere
le sponde e più nessuno è incolpevole".
Anche noi siamo tutti colpevoli, siamo larve inebetite che osservano indifferenti i "messi infernali", anzi addirittura a volte acclamando come modelli quei potenti senza scrupoli che gestiscono le nostre vite e che non sono meno responsabili e colpevoli di Hitler, e con la nostra indifferenza, con la nostra tacita complicità e accettazione, continuiamo quella sagra, quel sozzo trescone di morte e dolore, ignoriamo di essere anche noi dei carnefici, non importa se miti nel nostro quotidiano vivere; il nostro ignorare il male che c'è dietro alle cose non ci rende meno colpevoli, perché la nostra noncuranza, la nostra cecità è il loro potere.
Inoltre il bestiame genera il 18 per cento dei gas serra. Più di quelli prodotti dai trasporti. E occupa il 26 per cento della superficie terrestre: mangiare meno carne aiuterebbe la salvaguardia dell'ambiente. Mentre va diffondendosi la preoccupazione per le centinaia di milioni di automobili, autobus e camion, come pure per gli aerei e i treni che emettono anidride carbonica nell'atmosfera, surriscaldano il pianeta e fanno incombere la minaccia di un radicale cambiamento climatico sulla Terra, viene quasi ignorata una fonte ancor più insidiosa di gas inquinanti. Forse potrà sorprendervi sapere che la carne che mangiamo è oggi tra i principali fattori di alterazione globale del clima.
Secondo un recente rapporto della Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, il bestiame genera il 18 per cento dei gas di serra. Più ancora di quelli prodotti dai trasporti. Ma se gli animali da allevamento, in special modo i bovini, producono solo il 9 per cento dell'anidride carbonica derivante dalle attività umane, generano una percentuale maggiore di gas più nocivi. Come ad esempio il 65 per cento delle emissioni di protossido d'azoto, un gas che contribuisce al riscaldamento terrestre quasi 300 volte di più del biossido di carbonio, provenienti in gran parte dal letame. O il 37 per cento del metano, che ha un effetto 23 volte superiore a quello dell'anidride carbonica come fattore di riscaldamento del globo.
Il bestiame occupa attualmente il 26 per cento della superficie terrestre non ricoperta dai ghiacci. Non solo, ma oltre un terzo delle terre coltivabili.
In poche e definitive parole la carne rende violenti.stupidamente violenti...
5 aprile 2007 - Roma
Categoria: Vita
da Auanagana Bob
E tutti noi a leggere i giornali ed imprecare contro Cina, Stati Uniti e Arabia Saudita, le nazioni più restie ad attuare la sempre più urgente riconversione energetica. Eppure c'è una cosa che possiamo fare anche noi, stando comodamente seduti a leggere il giornale. Ed è semplicissima: eliminare la bistecca dalle nostre tavole. Se ne è accorta anche un'autorevole rivista come Time, che attacca decisamente un simbolo dell'alimentazione americana: la bistecca appunto. In base ad un rapporto diffuso lo scorso anno dalla Fao, l'industria internazionale della carne genera circa il 18% delle emissioni serra/gas mondiali, persino più dei mezzi di trasporto. Molte di queste emissioni derivano dal protossido di azoto del letame e dal metano, cioè per meglio dire, dalla digestione del bovino. Il metano ha un effetto riscaldante 23 volte quello del carbone, mentre il protossido di azoto ce l'ha 293 volte. Ci sono un miliardo e cinquecento milioni tra bovini e bisonti sul pianeta, insieme a un miliardo e settecento milioni di pecore e capre. Considerata la quantità di energia consumata per allevare, trasportare e vendere il bestiame, una bistecca fiorentina da 450 grammi è come un gigantesco SUV sul nostro piatto. Passando all'alimentazione vegetariana, si riduce la propria impronta ecologica carbonica di una quantità che può giungere fino a una tonnellata e mezza di anidride carbonica l'anno, secondo una ricerca effettuata dall'Università di Chicago.
Questa risposta é per "l'esperta"!
Questa per quella delle piante.
Quando uccidi una pianta almeno non ti guarda con i suoi OCCHI!
Kiss PS:Spero che le leggiate queste risposte...
11 aprile 2007
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