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da Cancro
da Lia
Certo ghost, di anziani che scrivono di non volersi stereotipare se ne vedono ogni giorno..
Ma sottigliezze a parte caro ghost, leggi bene quello che ho scritto nella prima risposta.
Non mi sono riferita a cancro in particolare, ho fatto un discorso generale prendendo spunto da quello che lui aveva scritto.
Forse ho giudicato come sbagliati i comportamenti di queste persone ma non le persone stesse.
Ma vedi? Qui c'è chi risponde provando a dare un consiglio o cercando di mettere chi scrive di fronte alla realtà delle cose, visto che, vedendole dal di fuori, può essere più obiettivo.
E c'è chi invece scrive continuando a commiserare : hai ragione sei solo, ma non è colpa tua, sono gli altri i cattivi, il mondo è piena di indifferenza.. ecc ecc..
Evidentemente io faccio parte della prima categoria.
Poi beh.. è ovvio! Ognuno fa ciò che vuole della propria vita.
29 maggio 2007
da ghost
Perchè gli anziani non dovrebbero scrivere di non volersi stereotipare? Mia nonna per esempio mi diceva sempre (per vari motivi):"Io sono una nonna moderna! Non sono come le altre"; facendomi così capire che non voleva appartenere allo stereotipo della "nonna". Dove sta scritto che gli anziani non possono scrivere di non volersi stereotipare? Sì, è vero, hai fatto un discorso generale e io infatti ti ho risposto in modo generale. Ma davi comunque per scontato che Cancro facesse parte della categoria di persone a cui ti riferivi, per questo ho voluto puntualizzare che lo hai giudicato senza conoscerlo. Rispondendo a un'altra cosa che hai scritto, ti dico che per me giudicare sbagliato il comportamento di una persona è come giudicare la persona stessa. Supponiamo che ci sia un'assassino e tu gli dicessi che è un sporco omicida: stai giudicando il suo comportamento, ma così facendo includi anche lui come persona nel tuo giudizio. E' così. Tu dici che vedi le cose dal "di fuori" e quindi puoi essere più obiettiva, ma chi ti dice che non le vedo anche io dal fuori? Potrei essere solo o potrei non esserlo, non ne ho mai parlato qui. E' una tua deduzione che io sia solo. E comunque (anche se fossi solo) non puoi dire che non posso essere obiettivo perchè vivo la solitudine in prima persona, devi motivare le ragioni per cui quello che ho scritto è per te sbagliato. Dirmi "tu non puoi parlare perchè sei solo" è solo un modo di attaccarmi a livello personale e se sei arrivata a questo significa che non hai molte argomentazioni da portare avanti per giustificare quanto dici. Concludo dicendo che se avessi semplicemente dato un consiglio, non me la sarei presa tanto, il problema è che tu hai anche voluto colpevolizzare le persone sole, dicendo (esplicitamente o no) che se sono sole è perchè si sono create un mondo loro, devono aprirsi, ecc. E' QUESTO che mi ha dato fastidio e che sinceramente mi ha fatto un po' arrabbiare.
30 maggio 2007 - Roma
da Cancro
Non credevo di creare un forum di discussione con la mia dedica. Devo ammettere di essere sorpreso. Ovviamente la mia era semplicemente una valvola di sfogo, un modo molto semplice di liberarmi da cattivi pensieri e da emozioni negative. Ho deciso di lasciare questa ulteriore dedica perché credo sia ?doveroso? specificare alcune cose. Innanzitutto mi riferisco a coloro che si arrabbiano quando leggono le dediche piagnucolose cariche di vittimismo. E? abbastanza ovvio che nella rubrica ?solitudine? non ci saranno mai (perlomeno molto raramente) messaggi positivi; coloro che lasciano il proprio pensiero qui sono persone che non stanno bene con se stesse e di conseguenza con il mondo. Logicamente le loro parole saranno intrise di quello sconforto e rassegnazione che tutti provano quando si sentiano avviliti e sconfitti. La mia, ad esempio, era nel culmine di un periodo particolarmente negativo, per cui condizionata dalla tristezza di quel momento. In realtà non sono recluso nella stanza a digitare costantemente su una tastiera, non mi lamento perennemente, non mi piango addosso. Ho una vita normale, ho un lavoro impegnativo e ricco di responsabilità che mi regala soddisfazioni, ho una famiglia che mi vuole bene e degli amici che sento vicino (e che lo sono). Ma il ?male di vivere? che hanno quelli come me nasce da dentro e questo malessere non ci permette di godere a pieno del mondo, che naturalmente ci sembra complicato. Siamo noi (sono io) complicati. Ma credo che sia normale, in un momento di debolezza, lamentarsi e scaricare un po? di colpe su qualcosa che non siamo per forza noi. E? vero altresì che questo non deve essere una scusa per non fare nulla. Avete perfettamente ragione quando scrivete che bisogna ?darsi una svegliata?. Comprendo ciò che volete dire, nessuno ti regala niente, se vuoi qualcosa te lo devi prendere. Sacrosanta verità. Ma talvolta è difficile no? Alcune persone godono di una forza di carattere maggiore e riescono ottenere risultati impensati per altri. Quella dedica scritta ?in generale? era riferita al sottoscritto e a tutti quelli che sentono di non avere qualcosa (forse sono degli amici, forse un amore, ecc?) e si sentono battuti dalla vita stessa, da quel destino che gli appartine. Non sono banalità. Chi decide cosa è necessario e cosa no? Ma se vuoi qualcosa, se vuoi cambiare la tua vita (la mia vita) devi lottare, questo si, questo sempre.
Grazia a tutti voi per i vostri puntuali ed intelligenti pareri.
Con affetto, Cancro.
30 maggio 2007
da lorenzo
complimenti... la tua poesia mi ha colpito davero molto.
1 giugno 2007 - Firenze
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