Salve ragazzi, ho letto alcune dediche sulla solitudine e ho pensato di scrivere anch'io una cosa.
Prima di tutto vorrei dirvi che ho smesso di scrivere su questo sito perchè, oltre ad aver bisogno io stesso di fare più chiarezza sulla mia vita, penso che un sito possa aiutare una persona solo fino a un certo punto, perchè la vita di una persona è costituita soprattutto dalla realtà e dalle cirocostanza quotidiane, e sono soprattutto l'amicizia e i consigli di persone che si conoscono a tu per tu a poter aiutare. Ho capito quindi che il mio aiuto, essendo virtuale, può aiutare solo fino a un certo punto, considerando comunque che il punto cruciale per cambiare la propria vita è sempre partire da se stessi, quindi anche una persona che si conosce a tu per tu può consigliare fino a un certo punto, poi sta a noi trovare il modo di mettere in pratica i consigli giusti che abbiamo ricevuto. Quindi la responsabilità principale è la nostra e le scelte della nostra vita sono in mano a noi, i consigli degli altri possono aiutarci a vedere la nostra vita in modo più chiaro e a prendere decisioni più consapevoli, cofrontandoci anche con il loro punto di vista, che può essere simile o molto diverso dal nostro, ma che non è mai perfettamente uguale al nostro, e quindi ci arricchisce sempre, ed è una cosa molto preziosa che tutti noi abbiamo bisogno di apprezzare di più. Questo non vuol dire che non ho pensato a voi, e sicuramente quando prego Dio considera le mie preghiere anche per voi.
Ora vorrei parlare di una questione che penso sia molto importante e che, se riesco a sviluppare bene e se sarà letta da voi, penso che potrà dare una piccola mano.
Ho notato spesso un confronto tra alcuni di voi che attribuiscono per la maggior parte o interamente la propria solitudine o quella degli altri alla società, e alcuni di voi che pensano che invece siamo noi a fare le scelte della nostra vita e quindi possiamo, pur vivendo in una società che nel suo complesso (mi riferisco a quella occidentale, più precisamente a quella italiana visto che è l'unica che conosco) non sembra molto profonda riguardo le questioni esistenziali dell'uomo, conoscere delle persone e fare con loro amicizia.
Credo che a volte si generi un malinteso, e questo lo dico anche per esperienza personale, visto che c'è stato un periodo della mia vita in cui pensavo che la mia solitudine dipendesse esclusivamente dagli altri ed ero molto chiuso, probabilmente senza rendermene molto conto, verso chiunque dicesse una cosa che contraddiceva questa mia convinzione. Il malinteso che secondo me spesso si crea è questo : le persone che si sentono sole non si sentono capite, almeno non pienamente, da chi gli dice che sono pienamente responsabili della loro vita, e che dunque se vogliono possono uscire dalla solitudine indipendentemente dall'andamento generale della società.
Questo secondo me avviene perchè, allo stesso tempo, è vero sia che noi siamo responsabili delle nostre scelte, e quindi della nostra vita, sia che la società ci influenza, nel senso che avere relazioni umane dipende non solo da noi, ma anche dalla disponibilità delle altre persone. Quindi c'è il rischio di cadere in uno di questi due estremi : credere che tutto dipenda da noi, o che tutto dipenda dagli altri. Io suggerirei invece un giusto equilibro, che secondo me in quasi ogni cosa della vita è la soluzione adatta, e cioè di considerare la solitudine (anche se non è possibile generalizzare in modo preciso, poichè ogni persona ha la sua vita, la sua storia, che come dice Max Pezzali neanche un grande film basterebbe a descrivere) come un prodotto di due fattori : il nostro atteggiamento verso gli altri, e l'atteggiamento degli altri verso di noi.
Vorrei fare un esempio, basato sulla mia esperienza personale : in passato non mi sono trovato bene alle scuole superiori, e nei cinque anni di superiori, a parte il primo, non ho avuto amicizie, nè in classe nè fuori.
Questo dipendeva sia dal fatto che ho un temperamento, fino a quando non conosco bene una persona, di solito timido, dal fatto che ero molto insicuro, soprattutto nelle cose pratiche (l'ora di educazione fisica per me era una vera tortura e non vedevo l'ora che finisse perchè avevo paura di fare figuracce, rincarate dai commenti di una professoressa rigida come un sergente nazista!) e riguardo l'aspetto fisico (non avevo mai avuto una ragazza e non si poteva certo dire che le ragazze facessero la fila per parlare con me!), sia dal fatto che in alcune occasioni alcune mie compagne di classe mi avevano preso in giro, o comunque mi ero trovato a disagio, e avevo reagito chiudendomi in me stesso. Ora, dire che la responsabilità per la mia chiusura fosse esclusivamente loro, sarebbe chiudere gli occhi sulle mie responsabilità e scaricarle interamente su di loro, e quindi non sarebbe realistico ; allo stesso tempo, dire che la responsabilità fosse esclusivamente mia è altrettanto sbagliato, perchè è chiaro che, con un atteggiamento diverso da parte delle mie compagne, sarei stato più aperto verso di loro. Quindi, se dovessimo andare alla base del problema, io direi che dipende da questo mix di fattori, e che considerare uno piuttosto che un altro significherebbe non considerare la situazione nella sua pienezza, e quindi in modo non realistico.
Penso quindi che chiunque si sente solo (dico si sente perchè nessuno lo è realmente, poichè Dio è il Padre di tutti e Gesù è venuto a salvare tutti noi) debba la sua situazione sia ad alcuni atteggiamenti delle altre persone che lo hanno scoraggiato ad aprirsi (pensiamo a chi come me ha subito molte prese in giro) sia a scelte proprie, come la mia scelta di chiudermi con tutte le compagne di classe (avrei potuto scegliere di non parlare con quelle che mi prendevano in giro e invece di provare a fare amicizia con quelle con cui andavo più d'accordo), e infine anche ad alcune disposizioni del nostro carattere ( c'è chi è più timido per natura, questo non significa che sia timido con tutti e in ogni situazione, poichè il carattere non è qualcosa che ci fossilizza e ci rende sempre uguali, intendo semplicemente dire che alcuni di noi in alcune situazioni si sentono a disagio, mentre alcuni di noi nella stessa situazione non ci si sentono).
Per me è importante far capire alle persone che si sentono sole questo : che chi gli dice che la scelte della loro vita sono in mano a loro e che anche nella nostra società esistono molte persone che hanno dei valori, dice una cosa vera, e non lo dice perchè non capisce la loro solitudine, ma perchè, fortunatamente, in qualunque situazione abbiamo sempre un certo margine di scelta e quindi abbiamo sempre la possibilità di migliorare la nostra vita secondo le nostre possibilità.
Non posso negare che, secondo la mia esperienza personale, ho visto molti ragazzi e ragazze della mia età o con un'età simile alla mia essere più interessati al divertimento e a relazioni umane un pò superficiali (non lo dico per giudicare, ma perchè è la parola più chiara che mi viene per spiegarmi) che ad amicizie più profonde, a una vera relazione d'amore e a fare discorsi che vadano oltre il semplice scherzo e gli argomenti del più e del meno (i classici argomenti di cui si parla con le persone che non si conoscono per farci conoscenza o quando si è alla frutta in una conversazione, del tipo : non ci sono più le stagioni di una volta!), ma ho visto anche un numero di persone più ridotto, ma non certo piccolo, avere maggior cura per le proprie relazioni con gli altri.
Dico questo senza voler generalizzare a tutti i costi e dividere le persone in superficiali o profonde, poichè sarebbe una semplificazione troppo facile e soprattutto non realistica di noi esseri umani, che siamo molto più complessi, ma semplicemente per dire che, nella mia vita, ho avuto modo di vedere che ci sono anche persone con valori simili ai miei e con una visione dei rapporti umani simile alla mia.
Quindi il mio consiglio è di considerare sempre realisticamente la nostra situazione, senza trascurare le difficoltà che possiamo incontrare in un ambiente con molte persone che hanno valori diversi dai nostri, ma allo stesso tempo considerando anche le risorse che sono presenti nella nostra situazione (per esempio in una classe probabilmente la maggioranza dei ragazzi e ragazze non curano molto le loro relazioni con gli altri, e questo può metterci a disagio con loro, ma ci sono anche alcuni ragazzi e alcune ragazze che vivono le amicizie e l'amore dedicandocisi maggiormente, con più cura, ed è possibile fare amicizia con loro).
Grazie un milione a chi avrà letto questa mail lunga come la maratona di New York e il circuito di Spa-Francochamps!
Un abbraccio a tutti e auguroni per le vostre IMPORTANTISSIME, SPECIALI E UNICHE vite!
1 luglio 2007
Categoria: Solitudine