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da FrancescA
Dicono che le "donne vere" sono quelle con un po' di curve, quelle curve che fanno la femminilità, la seducenza, la sensualità.
Io non sono una donna. Io sono una libellula, una farfalla eterea che non ha nemmeno la forza per sbattere le ali ormai sbiadite. Come se un bimbo pestifero mi avesse tenuta per troppo tempo chiusa fra le sue mani sporche e sudaticce.
Arranco. L'anima chiusa in uno scheletro che ammiro tronfia ogni volta che mi ritrovo di fronte ad uno specchio e un ago che segna il mio cammino. Ma non è una bussola ad indicarmi la strada. E' una bilancia, un'orribile e spietata bilancia.
E non è mai abbastanza.
La mia lotta con i disturbi alimentari inizia sette anni fa. Insieme ai primi amori, le prime sigarette, le prime bigiate a scuola, sono arrivati anche loro.
Troppa solitudine, suppongo. Troppo silenzio. Troppa autonomia. Troppa indifferenza. E troppa paura.
E ho iniziato a sciogliermi come un pupazzo di neve, lasciando solo l'essenziale: le mie ossa e il mio dolore. Quell'ossessione che non se ne va.
Ricordo ancora i primi timidi digiuni, quell'accenno d'angoscia durante i pranzi e le cene ai quali non mi era possibile sottrarmi, i giochi di prestigio davvero ridicoli per non destare sospetti.
E' una condanna senza sconti.
Io non volevo essere bella. Io volevo scomparire, evaporare, volare.
Volevo essere piccola. La cosa più piccola fra le braccia di qualcuno.
Volevo riscattarmi, punirmi per le delusioni date, per le promesse infrante, per la mia incapacità di comprendere e di farmi comprendere.
E volevo perdere insieme ai chili la paura che mi attanagliava lo stomaco. Ed è bello quando per un istante ti prende l'angoscia della paura e invece, con sollievo, ti accorgi che è solo fame. E' come svegliarsi nel cuore della notte pensando sia già mattina e accorgersi invece che sono solo le 3...ancora un sacco di ore per dormire!
Non mangio per non essere mangiata.
Adoro le mie vertebre che sbucano dalla schiena, i miei polsi scheletrici, le mie anche prominenti, i miei occhi enormi.
E tutto questo è spaventoso. Temo senza ritorno.
Amo le mie gambe che sfilano e che guizzano disperate ogni volta che prendo una rincorsa, che fendo l'aria nella quale mi sembra di perdermi.
E non so se potrei un giorno fare a meno di questa condanna, che mi toglie ogni minuto un pezzo di vita dandomi per assurdo la sensazione di rinascere.
La mia psicologa dice che io ho un'aurea bellissima, ma senza colori. Luminosa, ma bianca.
L'anoressia a poco a poco ti cancella, come un bellissimo disegno che sbiadisce, si consuma, ed infine resta un'ombra. Una squallida ombra su un foglio ormai annerito e consumato.
Vivo anestetizzata.
Professionale sul lavoro, addirittura passionale in amore quando mi riesce, ma costantemente piena di lei, pervasa dal suo potere, distrutta nella mia femminilità ed emotività.
E ancora mangiare è sinonimo di debolezza, di arrendevolezza, di codardia.
Prego di poter ancora avere un bambino con quella mezza ovaia che mi è rimasta...Egoisticamente.
Non guarirei. Non sarei una buona madre probabilmente. Ma forse riavrei indietro la mia vita...
La mia vita di bambina, di adolescente curiosa e ribelle...
La vita di quelle ragazzine che spesso, troppo spesso, sorprendo intente ad osservare il mio corpo con occhi sognanti...E vorrei piangere...
22 febbraio 2008
Categoria: Pensieri
da follia
Non riesco a dire molto, se non che mi dispiace e che ti auguro di ritrovare la tua strada ed essere felice.
23 febbraio 2008 - Lecce
da FrancescA
Grazie mille per il tuo pensiero follia!
Un bacio!
23 febbraio 2008
da ire
penso tu debba curarti, curarti sul serio.l'anoressia è una malattia e credo tu debba dare un altro messaggio a tutte le giovani che leggono queste dediche.devi uscirne, farti forza e uscirne.prendi in mano la tua vita e non lasciartela portare via.la vita è una sola.
23 febbraio 2008
da FrancescA
Per ire:
Innanzi tutto grazie per aver risposto alla mia dedica. Le parole degli altri, di chi guarda dal di fuori, sono sempre utili...
Mi dispiace solo che tu abbia detto che io dovrei dare un altro messaggio alle ragazze che leggono: in realtà a me pare di aver sottolineato gli aspetti peggiori e più angoscianti della mia malattia...Non so quale ragazzina possa essere invogliata ad emulare una cosa del genere.
Io comunque mi sto curando e la cura che seguo sta dando i suoi frutti. A parte la mia magrezza che di primo acchito colpisce tutti, per il resto sono in grado di lavorare, esco, vado a ballare...E' tutto molto a periodi...Ma tutto sommato riesco ancora a dare un'immagine di me APPARENTEMENTE tranquilla...Un po' scheletrica ma tranquilla.
Poi dentro ho l'apocalisse. In questo periodo soprattutto.
Ma è quella la vera malattia. Il dimagrimento viene dopo.
E quella da sconfiggere è dura...
Un bacio!
23 febbraio 2008
da sincera
svegliati ragazza guardati allo specchio ma guardati per quello che sei fuori non puoi ucciderti con le tue mani con le tue mani Dio ti ha regalato la vita e non calpestarla si forte si superiore a tutto anche al cibo so il tuo dolore so cosa provi.. diceva una signora anziana chi non a mai fame e perchè e malata.. non sono una moralista perchè anche io se cammino per strada credimi se mi guardanno non do un buon esempio alla ragazzine però se parli cosi e perchè vuoi avere pietà e no io dico meglio l'invidia che la pietà svegliati da quest' incubo e vivi veramente...
24 febbraio 2008 - Napoli
da FrancescA
Per Sincera:
Sono d'accordo con quasi tutto ciò che hai scritto...Tranne sul fatto che io voglio pietà...
Non farei l'infermiera se volessi pietà, non farei una vita "normale", non terrei tutte le persone all'oscuro di questo mio problema (anche se molto ben visibile ovviamente, ma non posso farci niente), non continuerei a fare i miei soliti "giochi di prestigio" per non mangiare ciò che mi viene dato, non avrei mai sfilato e non avrei mai gaudagnato facendomi fotografare.
Non mi sarei fatta ricoverare e non sarei venuta a sfogare la mia rabbia e il mio dolore su un sito dove nessuno mi conosce e dove nessuno può vedere la mia faccia.
Non è pietà che voglio.
C'è stato un periodo, quand'ero più piccolina, che mi sarebbe anche interessata forse...Ma ora no. E soprattutto mi fa male "l'invidia" delle ragazzine, perchè se sapessero quello che c'è dietro, quello che c'è dentro, apprezzerebbero forse di più il loro corpo...
P.S. Molto relativo il concetto di rovinarsi la vita con le proprie mani...Ci sono troppe cose da prendere in considerazione...
Comunque grazie per l'attenzione. Un bacio.
25 febbraio 2008
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