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da Cat
Un tappeto di stelle polverizzate entra ogni tanto nella mia testa. Mi indica il cammino verso ciò che vorrei fosse e invece non è. Verso le cose che vanno per il verso giusto, verso le decisioni prese con ponderazione, verso il divertimento di qualcosa che mi è riuscito bene.
Invece l'immagine svanisce e penso a tutti gli errori che ho fatto, che faccio, che farò ancora. Per debolezza, per paura, per angoscia, per mancanza di una presenza con cui condividere. Errori anche piccoli, presenti come tante punture di spillo.
Quanti errori, quanti sbagli, quante decisioni prese che non andavano prese. Quante omissioni, quanti gesti inutili. Quante persone conosciute senza che vi fosse un perchè: alcune delle quali importanti.
I miei errori: ecco, questi sono gli unici amici che non vorrei e che ho.
Errori anche veniali (e venali). Perfino squallidi; qualche volta gravi.
Ma noi siamo buttati su questa Terra come fossimo palle da bowling: quasi mai si riesce a fermare la corsa per prendere una direzione diversa. Io sono troppo debole per farlo, eppure le decisione che ho preso le ho rpese io. Ma, in quei momenti, potevo davvero fare altro? D'altronde la mia frase preferita è: Maturità è capire che gli errori commessi dovevano, ma non potevano essere evitati.
Ma perchè non la applico a me stesso? Perchè mi sento sempre una m. e vivo come una m. A forma di palla da bowling però. E continuo a rotolare.
Quando mi fermerò? Quando riuscirò a perdonarmi qualcosa?
E, soprattutto, questa sofferenza, a qualcosa, servirà?
20 agosto 2008
Categoria: Solitudine
da ragazzo
Ciao, la tua dedica mi ha fatto venire in mente una frase che ho letto su un libro: "Nulla può fermare colui che corre senza meta". La sofferenza di norma serve a fare autocritica ma non è detto che sia sempre così, in pratica dovemmo convogliare la nostra rabbia e il dolore in qualcosa di costruttivo. Ma fare tutto da soli è impossibile. Cerca di uscire dal gioco delle colpe, le cose non vanno sempre in un certo modo (male) per colpa di qualcuno ma per "causa" di qualcuno, sembra una cavolata ma è un discreta verità. Ciao
20 agosto 2008 - Alessandria
da Erika
Devi essere un ragazzo dolcissimo beata chi ti prende, magari il mio ragazzo fosse come te...
20 agosto 2008
da Simone
leggo sempre le tue dediche cat. Sei un grande, anche io mi sento come te e ho 20 anni.
Tu alla mia età già ti sentivi come hai descritto?
20 agosto 2008
da vale
vorrei poter conoscere quest'anima in pena...
vorrei guardarla negli occhi e dirle di lasciar stare il passato e immaginare un futuro privo di sofferenza...
vorrei poterle dire che non sempre sono errori quel che noi giudichiamo tali. siamo troppo severi con noi stessi, siamo come pesci in balia delle onde e a volte è inevitabile sbagliare.
credo che tu sia una persona speciale, lo noto da come scrivi.
mi piace leggere le tue dediche in chat...
20 agosto 2008
da Cat
Ragazzo: grazia mille. E' più che una discreta verità. Sarebbe facile se potessimo dare la colpa a qualcuno. Il fatto è che alcuni ci fanno male senza volerlo o non potendo fare altro. Lo so, anche io l'ho fatto.
Ti leggo spesso e ti considero una persona estremamente intelligente. Mi dirai che non ti conosco, ed è vero. Ma lo intuisco. E forse vale anche di più.
Erika: Sei molto gentile. E a me piacerebbe avere una ragazza cortese come te. Il tuo ragazzo dovrebbe stare più attento a chi ha vicino.
Vale: che posso dirti? Mi fa stare male il fatto di non incontrare sul mio cammino persone come te. Sei stata dolcissima e conserverò la tue parole per sempre. Sapere che mi leggi mi fa stare bene e mi rende meno insicuro. Come posso dimostrarti quanto sei stata dolce a scrivermi quello che hai scritto? :-)
Mandandoti un abbraccio. Ti prego leggimi ancora.
Simone: sì, più o meno già mi sentivo così. Ma la mia storia è lunga..grazie amico
20 agosto 2008
da Angela
Gli errori... brutta parola vero? Però chissà perchè non riusciamo a farne a meno.
Ce li portiamo dietro in qualunque momento e non riusciamo ad agire con tranquillità... sudiamo freddo quando ci capita di decidere ancora e ancora...
da parte mia ho capito che in questa vita (unica o non) siamo tutti sulla stessa barca e che o accettiamo il fatto di essere uomini, imperfetti e poco chiari, o affondiamo e basta. Ci proviamo a ritirarci su... ci abbiamo sempre provato, ma i risultati scarseggiano, perchè c'è una grande voragine all'interno di questo mondo che non riusciamo a colmare mai... la solitudine... nasciamo con la solitudine e moriamo con essa, sempre.
Ma questo non è un buon motivo per odiare davvero tutto quello che ho fatto... purtroppo quando capisci che camminerai da solo per un bel pezzo (forse tutto) risulta più difficile trovare risposte ovvie e scontate.
Ci torturiamo all'infinito per... bbè non lo so neanche io per cosa...
Ci domina l'amore... la voglia d'amore, di dare e ricevere, e se tutti abbiamo questa voglia perchè c'è sempre una parte che rimane sola?
Ho smesso di chiedermelo da un bel pò anche se a 22 anni forse è ancora presto... però Cat... però... lascia scivolare la tua anima cosi... forse questo non sarà mai un errore..
Siamo sulla stessa barca Cat, se salti allora affondiamo, perchè per quanto strano e buffo sembri, qui ci teniamo tutti su a vicenda con gli stessi tormenti.
Un bacio
20 agosto 2008
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