Solitudine

da doc

a volte capita di guardarsi indietro, fare un bilancio di ciò che si è fatto durante il corso della propria vita, analizzare i successi e chinare il capo alle sconfitte.
Alle volte pero capita di vedere i successi come piccolezze come inezie di fronte alle sconfitte e non se ne riesce a capire il perchè.
Sei solo è questa la verità e il problema piu grosso è non riuscire a capire il perchè.
Sei un ragazzo normale che si è sempre impegnato e mai arreso alla vita... ma nessuno lo capisce, neanche tu, e sei completamente da solo.
Cerchi di sentirti un leone un re indiscusso, ma in realtà sei una formica e il passo di una persona può distruggerti.
Il tuo impegno nel fare le cose è sempre in ombra poichè stai male nella mente, non stai bene con il mondo e quindi ti impegni in un luogo che non senti tuo.
Le speranze sono sempre piu piccole il peso che ti porti nello stomaco sempre piu grosso e non riesci a prender nulla con la leggerezza che merita.
Qual è la soluzione? qual è il modo per riuscire a far capire al tuo inconscio che tu sei come gli altri e che la vita è fatta di delusioni e successi ma che questi devono pesare in egual misura non bisogna considerare importantissime le cose brutte e inezie le cose belle.
No non bisognerebbe farlo ma io lo faccio sempre e non trovo il modo per smettere per trovare un po di leggerezza per vivere in tranquillità.

21 agosto 2008

Categoria: Solitudine

da stefy

Scrivo e non credo di poter aiutare. Soltanto scrivo come mi sento. Sola. Perché ho voluto lottare come un leone per cambiare la mia condizione, ed è una lotta non condivisa da nessuno, anzi piuttosto guardata a distanza. Troppo esigente con le persone e con la vita. E di conseguenza sola. E impaurita per non essere troppo sicura di poter lottare ancora in questo modo. Qualsiasi sconfitta, anche un inciampo in realtà, invade una condizione di debolezza, un precario equilibrio di nervi. E allora non è la sconfitta, ma il precario equilibrio di nervi. E' il problema. Qualsiasi successo è circondato di amarezza perché immerso nella solitudine umana. E allora non è lo scarso successo, ma la mia solitudine la ragione. Ciò che più mi deprime è rendermi conto che tutto ciò, solitudine umana e lotta solitaria, mi appartiene... e questo nonostante mi costringano in un angolo da dove non riesco ad uscire. Ma leggerezza e tranquillità, in modo così semplice, rifiutando qualsiasi ulteriore complicazione, potrebbero essere le sole atmosfere interiori da imporsi. Non da ricercare, da ricercare dove? Da imporsi, contro le nostre pulsioni (o solo abitudini?) contrarie, finché l'abitudine cambierà e... leggerezza e tranquillità diverranno spontaneità.

21 agosto 2008

da doc

@Stefy
Probabilmente hai ragione... bisogna imporsi questo senza cercarlo in chissà cosa... ma è difficile, talmente difficile da sfiorare l'impossibilità... come si fa ad imporsi la tranquillità quando questo va contro quello che ormai è diventato la tua natura?
Stefy da quello che hai scritto ho capito che hai dei pensieri molto simili ai miei e i tuoi dubbi sono i miei, questi dubbi hanno delle risposte semplici a parole ma davvero complesse da mettere in pratica, la vita è una continua sfida ma le sfide sono sangue sudore e tanta... troppa fatica e io mi chiedo il perchè.
Perchè bisogna lottare sempre e non c'è modo di trovar la pace? perchè non si puo semplicemente vivere senza dover per forza dimostrare qualcosa agli altri?

21 agosto 2008

da Anonimo

...niente di più vero!!non credo a chi dice che la solitudine aiuta a capirsi, scoprire cose nuove ecc ecc!!!non è vero !!in realtà tutto è più difficile, la qualsiasi cosa, anche la più stupida, è una tragedia, assume un peso enorme, tutto è più difficile e non avere nessuno con cui parlare e soprattutto nessuno che ti capisce ti rende sempre più insicura, triste...sola!!il sentirsi diversa degli altri, perchè di diversità si parla, giorno dopo giorno, ti cambia e non si potrà tornare più come una volta..questa la cosa più brutta!!

22 agosto 2008

da stefy

Se la domanda è perché, è facile rispondere perché la serenità non è soltanto degli altri, può essere anche nostra. Ed è probabile che passi attraverso fare le cose per sé e non per gli altri. Io mi sono data molto agli altri, o almeno ho creduto di farlo e ora mi rendo conto che se l'ho fatto non è per genuino altruismo, ma per colmare un bisogno, quello di non essere sola, o forse soltanto sfuggire ad una paura, quella di rimanere sola. Così mi sono data senza volerlo davvero e alle persone che non volevo davvero. Il fastidio è cresciuto di giorno in giorno fino alla non sopportazione, fino a quando, nonostante tutto, mi sono trovata e sono sola.
In realtà quindi non si tratterebbe forse di imporre qualcosa contro la propria natura, piuttosto di scoprire la propria natura, quella vera però, quella per noi. Voglio dire: siamo proprio certi che ciò che siamo corrisponde alla nostra natura o almeno che le corrisponde del tutto. Non è forse vero che ci siamo anche un po' tenuti in gabbia per paura che il nostro io ferisse o soltanto infastidisse qualcun altro. Forse il bisogno di affetto si è risolto nell'accondiscendenza agli altri e a ciò che loro pensavano di noi, a ciò che li avrebbe potuto soddisfare, così però rischiando anche di non seguire la nostra natura. Nessuna colpa degli altri. Abbiamo fatto tutto noi. Che ognuno tuteli se stesso, ché gli altri si tutelano da sé. Ma siamo così sicuri di conoscere noi stessi. Conoscere se stessi resta sempre difficilissimo, non dimentichiamocelo.

22 agosto 2008

da doc

la cosa piu brutta è arrivare a scoprire che nulla ha piu senso che nulla è come si voleva che fosse, tutto è una massa informe di visi, situazioni e luoghi che non si riesce più a capire e infine si ci ritrova completamente persi.
La speranza viene distrutta da un mondo che si vorrebbe cambiare, anzi stravolgere ma non si puo fare, non siamo nessuno per farlo.
Fino all'anno scorso avevo la forza di un leone per andare avanti ma questa forza è via via scemata perchè niente è andato come volevo che andasse quindi che dire...
Arriverà il giorno in cui riusciremo a prendere consapovelezza di noi stessi? in cui nulla riuscirà piu a farci paura ed allora saremo davvero forti? io lo spero davvero perchè questa sofferenza DEVE essere servita a qualcosa!

22 agosto 2008