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da Sere90
Vorrei parlare anche io di un argomento che ha fatto soffrire diverse persone: il bullismo nelle scuole. Ma era così bello nascere e crescere con poche persone buone, essere pronti ad accogliere il loro amore imparando passo dopo passo quali siano i veri valori della vita: un abbraccio, un sorriso, piccole importanti azioni.
La mia è una famiglia modesta: non siamo assolutamente pieni di soldi, eppure intorno e dentro di noi abbiamo talmente tanto che non possiamo non considerarci ricchi.
Poi è iniziata la scuola anche per me: alle elementari nonostante la mia timidezza giocavo con alcuni bambini, e ci si voleva bene. Poi ho notato che la gente crescendo cambia, e diventa pian piano sempre piu' povera interiormente e piu' stupida: tante risate di fronte a battute cattive, parole che feriscono. Le prime "canne", gli scherzi e le prese in giro sul sesso, sul modo di vestirsi...
E chi ha così tanta ricchezza dentro è "strano", è da usare, torturare, prendere in giro. Ricordo benissimo questa sofferenza: ero arrivata a un punto che dentro di me esplodeva un odio tremendo verso tutte le persone della mia età, ma doprattutto verso me stessa: al solito, ero io la "sbagliata", la "diversa", la stupida ragazza che scrive poesie, che parla da sola, che passa ore della giornata a passeggio col cane o suonando il pianoforte, che viene da una famiglia "povera", fuori dal mondo...
a volte mi chiedevo se fossero allora loro tutti uguali, o se sotto quei sorrisi di plastica si celasse un piccolo fiore che rifiutassero con tutti se stessi.
Perché a quanto pare l'idea di essere "qualcuno" non era nulla per loro di fronte all'estremo divertimento e all'eccitazione di far soffrire una persona sola contro tutti.
E quante volte rimanevo zitta, e poi pensavo di essere io il mostro, di dover morire perché ero "strana", di pregare Dio perché non mi aveva fatta come "tutti gli altri"... quando in realtà è il Male a renderci tutti stupidi e uguali, la Vita è fatta di diversità che al tempo non riuscivo ad accettare.
Ricordo che fuori sorridevo e sopportavo sempre. Gli anni delle medie sono stati i peggiori: non avevo la forza di ribattere, mi limitavo a chiedere cosa avessi di così mostruoso per essere trattata in quel modo. E rispondevano così: "Perché sei strana."
Quando finalmente sono riuscita a parlarne coi miei, alla fine delle medie, hanno ribattuto che "gli strani sono loro", che si fanno tanti problemi sul prossimo, invece di accettare la realtà per come è: diversa. Ma si cancellano dietro a stupide maschere, fino a diventare degli stupidi esseri ignoranti.
Quanto li ho maledetti, invocavo il diavolo contro di loro, imprecavo perché mi lasciassero stare una volta per tutte. Perché non lo meritavo, strillavo, io che non ho mai fatto del male a nessuno... non mi meritavo questo.
Poi dopo le medie la situazione è cambiata: sono andata ad un liceo dove per mia fortuna la gente era molto diversa, ed erano molto piu' forti e profondi. Abbastanza da farmi capire che non ero sola, che siamo tutti diversi, che la "normalità" è assolutamente un'invenzione umana.
Ho imparato a conoscere gente che è stata ferita ma che è stata forte da rialzarsi e amare sempre, e sono diventata forte anche io. Ho conosciuto la vera felicità, e ho ripensato a quei compagni che mi hanno fatto odiare e vomitare tre preziosissimi anni della mia esistenza: di colpo capii che le persone povere, che stavano male erano loro che si facevano mille problemi, non sapevano coglierli quei fiori.
Ironizzavo e mi sentivo superiore rispetto a quelle persone così povere, così stupide da rifiutare la potenza dell'amore.
Finalmente stavo bene e avevo capito. Così mi sono dedicata al prossimo: lavoravo con i disabili, partecipavo a piccole associazioni di volontariato per dare dei contrubuti alle persone del terzo mondo.
Gli anni delle medie erano per me un ricordo lontano, finché non sono passata all'alberghiero: il liceo insegnava materie che non capivo, invece all'alberghiero mi sarei trovata bene...
non l'avessi mai fatto.
Qui il bullismo era ancora peggiore: di colpo mi rivedevo alle medie. Solo che stavolta ero piu' pronta: non li ascoltavo, mi chiudevo nello studio, affrontavo pian piano tutte le loro cattiverie che giorno dopo giorno mi sporcavano.
Ricordo che un gruppo di ragazzi ridendo sul fatto che fossi "ancora vergine", mi bloccava spesso quando ero sola nei corridoi minacciando di violentarmi. Questo genere di violenza è un'altra realtà che conosco, così non mostravo mai la paura. Cosa che li ha irritati ancora di piu': vivendo in un convitto, ero costretta a convivere con loro. Dopo i primi mesi di scuola ho pensato di mollare, ma ormai era un po' tardi dopo aver mollato il liceo e non mi sarebbe convenuto...
così ho tenuto duro, fra prese in giro continue, le loro risate, le loro minacce e le loro botte.
Ero la loro sfigatella preferita, e questo pian piano mi ha consumata. Alla fine mi sono sfogata anche io sugli spinelli, e ho buttato al vento la mia religiosità e una verginità a cui un tempo avrei tenuto tantissimo...
Ricordo le crisi d'ansia quando passavano il tempo a fissarmi, poi le urla che ho tirato una volta addosso a delle compagne. È stato un caso unico questo di aver alzato la testa, che mi ha portato dei sensi di colpa fortissimi quella sera per "aver fatto loro del male".
Non ho mai capito come potessero far loro del male a me, quando io vedevo ognuno di loro come un fiore unico, irripetibile, importante.
Non riuscivo a ribellarmi per questo motivo: quando lo facevo, anche semplicemente con una battuta ironica o una domanda, si mettevano d'accordo in 29 contro di me.
La mia fortuna è stata che vivendo con loro pian piano ho notato alcuni cambiamenti in poche persone: aprendomi, spiegando apertamente in poche parole quanto li amirassi... non dicendo che stavo male, ma dicendo semplicemente che li ammiravo perché loro sapevano rispondere e io no, e parlando loro di quanto fossero forti e importanti, e bravi in alcune materie etc.
Pian piano sono cambiati. Perché se c'è una cosa difficile è sentirsi amato, ammirato, lodato da una persona... e vederla come un essere ripugnante dopo che ha fatto amare te stesso. Perché chi prende in giro vive di una finta autostima fatta di apparizione, qualcosa da abbattere. Questa è stata la mia lotta migliore: continuare a voler comunque loro del bene, perché piu' odi e piu' soffri e piangi, piu' stai al loro gioco.
Ed è stato difficile, eppure ce l'ho fatta. Ero riuscita a compiere quello che non sonoriuscita a fare in tre anni di medie: voler bene e perdonare chi ti fa soffrire.
Ne ho guadagnato io, ne han guadagnato loro.
Però non riesco a non pensare a quanto ho sofferto io il bullismo... quegli sguardi d'aiuto che appena volti le spalle ridono di te, fino a considerare te stesso lo "sbagliato", la "nullità".
Persone che non vogliono cambiare, ma bisogna soffrire come pazzi per riuscire a toglierne qualcosa di buono, qualcosa che nascondono. È una scelta loro, una scelta che però condiziona le persone attorno...
sono pochi i bulli che maturano, e sono poche le vittime che si rialzano e imparano a fidarsi comunque del prossimo dopo tanto dolore.
A volte mi chiedo semplicemente... perché... arrivare a fare del male, e a fare del male a se stessi, vivendo così di appariscenza quando siamo nati con un cuore unico, diverso da quello di tutti gli altri.
Purtroppo il bullismo è un'assurda malattia che non svanirà mai. Ancora non ho capito quali altre siano le cause se non la propria scelta, perché anche le famiglia e l'educazione è diversa per tutti. I genitori chiedono di difendersi, ma dei genitori che dicono di fare del male... sono anche loro dei bulli. No, io credo che si sia bulli unicamente per scelta: non si vuole aprire il cuore, capire cosa si sta facendo.
Non si vuole farsi coraggio e mettersi in gioco, capire le altre realtà.
Perché per mettersi in gioco ci vuole tanto coraggio... anche per la vittima che soffre. Io ho dovuto aspettare diversi anni prima di averlo il coraggio per farmi avanti con loro.
Auguro a chiunque di non essere vittima, ma di non essere neppure il bullo... di essere se stesso.
Sere
30 settembre 2008
Categoria: Scuola
da matteo
sere! sere! sere! perchè sei tu sere!? forse perchè ai tuoi genitori piaceva questo nome, comunque, se tu sei davvero la persona che dici di essere nelle tue dediche dovresti anche essere la mia sorella gemella, oppure la mia anima gemella, oppure la mia versione al femminile che si è reincarnata! possibile che io mi rispoecchio sempre nelle tue dediche? possibile che sono sempre d'accordo con quello che dici? possibile che sai essere dieci volte più saggia di me? sai una cosa, vorrei tanto conoscerti perchè alle volte fatico a credere che esisti! che al mondo esista una persona che capisca la mia vita, i miei pensieri e le mie idee, no serena! tu non puoi esistere! sarebbe troppo completa la mia vita se la persona che scrive le dediche di: sere90 fosse davvero quella che dice di essere, probabiblmente le chiederei di sposarmi un giorno! comunque adesso basta dire ste cavolate, passiamo all'argomento bullismo, l'ho subito anche io, chi fa del bullismo si sente insicuro, e allora maltratta gli altri per morsrare che anche lui può dominare, o almeno così e come la vedo io, come le persone che sparlano, come hai letto nele dediche di tobor kok, io ho perso tutti gli amici che mi ero fatto perchè una ragazzina incavolata con me e con un altra mia carissima amica ne aveva dette di cotte e di crude sul nostro conto, credo che quella ragazzina si sentisse insicura, e cercava di mostrare la propria dominanza diffamando chi era arrabbiato con lei per mettere dalla sua parte tutti gli altri. come sai io sono un tuo collega, uno scrittore, ora ti riassumo in breve una parte della mia storia che ho scritto ripensando al bullismo nei confronti dei disabili, praticamente, in una scuola media c'è una ragazzina che è finita sulla sedia a rotelle in seguito a un incidente avuto a dieci anni con il motorino di un amica della sorella maggiore, al periodo del romanzo, questa ragazzina ha tredici anni, frequenta la terza media ed è disabile da due anni. nella sua classe ci sono queste tre ragazzine che appena possono, la sminuiscono, la insultano e ridono con arroganza ogni volta che apre bocca, facendola sentire un annullita, lei, la ragazzina disabile, potrebbe semplicemente risolvere la cosa dicendo tutto ai suoi genitori, facendo così passare dei guai seri alle sue tormentatrici e loro non l'avrebbero più considerata. ma non dice niente a casa sua perchè si sentegià abbastanza in colpa per le cure che i suoi genitori, fratelli e sorelle le devono fare, perciò, non vuole recare altri problemi in casa dicendo cosa subisce a scuola, un giorno si sente male, gli viene un macmaneto d'aria causato dallo stres, tutti pensano che sia stressata per la scuola, ma lei sa la verità, cioè che è stressata per quello che subisce, il medico le da un respiratore, un tubetto di metallo che l'aiuterà nei momenti di crisi respiratoria, ma un giorno quelle tre ragazzine per farle un dispetto le fanno male, gli prendono il respiratore e glielo mettono dove lei non può prenderlo...da li in avanti si evolve la vicenda...
tanti saluti e un abbraccio dal tuo fratello gemello/anima gemella/reincarnazione al maschile. ah! ah! ah! ah! ciaoooo
1 ottobre 2008
da Sere90
Wow Matteo, mi fa piacere quando ti vedo di buonumore! ^_^ Vedi che alla fine chiunque ha i suoi disagi, l'importante è batterli e superarli. Anche io ho scritto la storia di un ragazzo sopraffatto dal bullismo, alcuni anni fa. Purtroppo non ho un briciolo della fantasia che hai tu, e sicuramente mi manca la stessa sicurezza.
Comunque la trama era molto semplice: io nelle pagine che scrivo, che siano storie vere o frutto della mia fantasia, cerco di far emergere di piu' le emozioni che la trama. Il racconto è questo: un ragazzino delle medie viene talmente tanto "bastonato" dai bulli della sua scuola che un giorno non ce la fa piu' e decide di ucciderli...
semplice, ah? No, perché non è così semplice. Per esperienza so che quando sei buono neanche esplodere basta...
sono certa che il tuo racconto verrà sicuramente bene, perché riporta lo stesso la fatica e la sofferenza di molte persone.
E oltretutto mi fa venire anche in mente una mia amica disabile.
Matteo, sarei felicissima di conoscerti. Eppure anche se siamo similissimi, ho scelto una strada che mi porterà lontana dal computer, e anche dal cellulare.
Ho riletto tutte le mie dediche lunghe dal 2005 fino a ora, nelle categorie Vita, Pensieri e Solitudine. Sono sotto il nome di: Feeble, Springlight Serena, Sere e Sere90.
In questi anni sono cresciuta, mi sono trasferita in un'altra scuola, ho lavorato in vari settori e vissuto a pieno ogni attimo della mia vita... e una volta ogni tanto, con tutto quello che imparavo, entravo in questo sito per lasciare un pensiero o un ricordo.
Ho notato molti cambiamenti sia nei pensieri che nel modo di scrivere... e dopo l'ultimo trauma, il mio scopo è ritornare la ragazza spensierata e altruista che ero una volta.
Per farlo ho deciso di entrare in una comunità religiosa molto a sud da qui.
Stasera entrerò in questo sito per lasciare la mia ultima dedica, e vorrò aggiungervi anche dei saluti speciali per te e per le persone che in qualche modo hanno sfiorato la mia strada, anche se virtualmente.
Grazie di tutta la tua simpatia. Anche se non ti conosco di persona, ho la certezza che con un cuore grande come il tuo sarai in grado di raggiungere le vette piu' alte.
Un bacio,
Sere
2 ottobre 2008
da matteo
noooo ti prego dimmi che scherzi serenella! forse no, cavolo! non puoi portarti il computer in comunità?? evidentemente no, ma tu sei la scrittrice della tua vita e sai cosa è giusto per te. anche io so cosa è giusto per me, per questo pure io ho preso una decisione drastica di recente, riprendo a lavorare come giardiniere! per la carriera di scrittore c'è sempre tempo! e comunque scriverò la sera tornato a casa dal lavoro! sono sicuro che nella ricetta per la mia felicità c'è il lavoro. dimmi una cosa, sta sera scriverai la tua ultima dedica e un addio a tutti, poi entrerai su dediche per leggere le risposte? perchè io ho intenzione di scriverti una dedica speciale, per lo più una lettera, ti chiederò di stamparla e di portarla sempre con te, ma dovrai rispondermi, perchè se tu lo farai anche io lo farò, anche se fatta virtualmente una promessa è una promessa, e se un giorno ci incontreremo, ti farò leggere la mia, e tu mi farai leggere la tua, così sapremo che eravamo noi quei due "strampalati" che scrivevano dediche lunghe chilometri piene di significato, oppure se te la senti, io posso scrivere una dedica per te che avrai però solo tu, e io invece stamperò la parte della tua ultime dedica in qui saluti me. come ti suona questo giochetto di addii con promessa da mantenere?
2 ottobre 2008
da Sere90
Heilà Matteo! Rieccomi, ho appena letto la tua risposta. In comunità sia il computer che il cellulare sono vietati, ma è soprattutto una scelta mia quella di abbandonare internet.
Stanotte ho intenzione di scrivere la mia ultima dedica. Domani pomeriggio (anzi, oggi) prima di partire avrò ancora tempo per entrare in dediche e leggere la tua dedica o una tua risposta, e se posso, rispondere.
Non ho una stampante utilizzabile al momento, però sarei stata pronta comunque a salvarmi nel computer la tua lettera... non tutti i giorni ne ricevi una!
D'altronde d'ora in poi per conversare con le persone a cui voglio bene utilizzerò proprio le lettere. Non e-mail: quelle vere, di carta, che io adoro.
Un altro motivo per essere felice: è un passo in piu' verso la persona che ero.
Mi auguro che il nostro non sia un addio, ma quando tornerò, dopo una pausa che va da uno a tre anni, stamperò la tua dedica e me la terrò stretta per tutti i viaggi che intendo fare in futuro.
Non penso sia drastico essere un giardiniere: sono contenta se ti rende felice questa scelta, perché l'importante è spendere il tempo in qualcosa che ci faccia bene.
Io ho fatto la mia scelta, ed è per dei motivi che hanno cambiato di punto in bianco la mia esistenza...
ma sto rinascendo, e questo mi riempie il cuore di una gioia infinita.
Che auguro anche a te, con tutta me stessa.
Un bacione,
Sere
3 ottobre 2008
da Cristina
Ciao Serena, ho letto con molto interesse quello che hai scritto, mi ha colpito molto. Ti faccio i miei complimenti davvero, da quanto scrivi sei proprio una persona stupenda e profonoda. Nel tuo sfogo ho ricordato una mia compagna delle medie, che ha il tuo stesso nome e ha vissuto la tua stessa esperienza. Io credo molto nel destino se tu fossi quella Serena che io ho conosciuto mi piacerebbe riprendere i contatti con te. Hai un cognome che inizia con la B. e inizialmente hai frequentato il liceo artistico? Spero proprio sia tu, forse non ti ricordi ma io ti volevo bene ( mi avevi anche dedicato un tema e una poesia che conservo nel diario e mi avevi regalato un cd di Tiziano Ferro per natale ) FAMMI SAPERE sarebbe bello ritrovarsi dopo tutto questo tempo. Un bacionee Cry
9 ottobre 2008 - Como
da lucia . b.
bello commovente
6 marzo 2009 - Prato
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