Solitudine

da ulisse

Cari ragazzi, era da un pò che non scrivevo a Dediche-solitudine; bè circa un mese..., ma cominciavate a mancarmi.
Ora sto meglio, sono ancora lontano dall'essere in grado di crearmi una vita soddisfacente, o qualunque cosa gli assomigli, ma ho fatto ancora qualche passo avanti verso questa meta.
Credo che tutti quelli che non sono contenti della propria vita, o di se stessi, potrebbero migliorarsi da soli, senza l'aiuto di nessun'altro; riuscirci o no dipende solo dall'intensità con cui si desidera il cambiamento.
Mi sembra già di sentire un'ovazione di proteste sollevarsi tra i lettori...
Certo, ci sono molti fattori che aiutano od ostacolano, e notevolmente, questa operazione; ed è vero che anche nei casi migliori non è facile, veloce e indolore. Un bravo psicologo può dare un grosso aiuto (ma non sempre lo psicologo è bravo), e avvantaggia anche avere già una predisposizione allo studio e all'introspezione. Ci sono impedimenti comprensibili: la propria sofferenza, le preoccupazioni per i problemi personali. Comunque, dire che per questi motivi (o qualsiasi altro), anche se si vorrebbe, non si può fare proprio niente per migliorare la propria personalità, è solo una scusa! Una bugia che diciamo a noi stessi per non dover fare una cosa molto fastidiosa. In qualunque situazione ci si trovi, si può fare dell'autoanalisi. Magari sarà di piccola entità, ma se si persevera dopo un pò darà sicuramente dei risultati.
L'unico fattore determinante per riuscire a fare un'opera di esplorazione di se stessi e poi di cambiamento, è l'intensità del desiderio di cambiare, tutto il resto è una conseguenza.
Questo desiderio è come un trattore: va piano, è rumoroso, vibra, e non ha un bell'aspetto, però ha una forza enorme e inesauribile, supera qualunque difficoltà, basta attaccarsi dietro e farsi trainare.
Bisogna aver fiducia e provarci però!

P.S.: Porca miseria ragazzi, almeto informatevi! Cercate in internet e in biblioteca cos'è una nevrosi, la psicologia, o anche la meditazione, non vi costa molto. Un artista è spinto a creare dal proprio talento, ma se non impara una buona tecnica, non riesce a creare niente di speciale!

9 gennaio 2009 - Bergamo

Categoria: Solitudine

da marco

Spero che molti che frequentano questa sezione del sito abbiano letto con attenzione la tua lettera perchè offre un importante consiglio a tutti coloro che in un modo o nell'altro vivono una condizione disagio e stallo prolungato
Per parte mia mi ritrovo nelle tue parole, anch'io come te ho tratto giovamento dall'autoanalisi che ho praticato a lungo negli annipassati..
Ad essere onesti, nonostante ora abbia più consapevolezza di me stesso rispetto a quando avevo vent'anni sono ancora in una fase di crisi..
E questo perchè non ho le idee chiare sul mio futuro, e forse, più ancora, perchè ho tanta paura di affrontare la vita..
Ed allora l'autoanalisi aiuta però, caro Ulisse, bisogna anche aggiungere che rischia di essere insufficiente ed alla lunga perfino controproducente se non le si accompagna l'azione..
Mi sembra corretto dire che se abusiamo dell'autoanalisi (ed io sono caduto in questo errore) rischiamo d'impantanarci ancor di più dentro noi stessi, di rimanere impigliati nei nostri arrovellamenti che alla fine risulteranno sterili..
Io analizzai molto me stesso all'età di 21 22 anni, e ne trassi benefici parziali..ma la svolta vera per me capitò quando incontrai una donna che avrebbe poi segnato i successivi due anni della mia vita, e cioè quando agii senza più pensare.
Nonostante poi sia andata male, ho imparato da quella relazione, perchè quella relazione, anche se parzialmente, mi ha sbloccato più di quanto non avevano fatto i mesi che avevo trascorso ad analizzare me stesso..
Im ultimo auguro a me a te a tutti coloro che sono bloccati, di ripartire con slancio..
In bocca al lupo

13 gennaio 2009

da ulisse

Caro Marco,
le tue risposte alle nostre "dediche" sono sempre tra le più acute e intelligenti.
Hai ragione, nel cercare di risolvere tutti i nostri problemi con l'introspezione, c'è il grande pericolo di rimanercisi intrappolati. Succede quando non si riesce ad andare oltre nella ricerca ma non si riesce neanche a rinunciarci per provare altri metodi come l'azione diretta.
Mi son chiesto spesso se stava capitando a me (anche in questo momento); non riuscendo a trovare la risposta, giusto per non rischiare, ho sempre cercato di fare qualcosa di pratico: andare al cinema, fare alpinismo, fare dei piccoli viaggi in moto, ho provato anche a stare in compagnia di coetanei, ma queste cose non mi hanno cambiato di una virgola.
Forse mi avrebbe cambiato un rapporto umano profondo con un amico o una compagna, ma le mie paure mi hanno sempre impedito di far accadere queste cose.
Hai ragione, sto rischiando, e devo stare attento, ma non vedo che altra possibilità ho.
Grazie Marco.

14 gennaio 2009 - Bergamo