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da Laura
Questa solitudine mi sta rovinando, anno dopo anno, sto sempre peggio. La mia vita è una RECITA. Una patetica, stanca recita che si trascina ormai dall’adolescenza. Fingo di essere felice, fingo di essere normale, superficiale, fingo che vada tutto bene. Recito con i genitori, con i conoscenti (definirli amici sarebbe un’eresia), all’università, sempre.
Ma non ce la faccio più; la commedia deve finire. La maschera si sta sciogliendo, la recitazione non è più convincente come una volta. Non riesco più a reprimere la sofferenza e la solitudine che ho dentro, il mio sentirmi fuori dal mondo, come se gli altri vivessero in un altro pianeta per me irraggiungibile, che guardo come una spettatrice (spettatrice a volte disgustata dalla vuotezza e dalla superficialità, eppure la solitudine fa così male che darei qualsiasi cosa per un contatto sincero, una parola gentile, un sorriso, una persona buona e sensibile con cui parlare).
Non ho amici, non ho un fidanzato, le poche volte che esco lo faccio con persone che disprezzo (e che mi disprezzano, usciamo insieme solo per convenienza) e con cui non ho niente in comune: l’unico discorso è il gossip e io non ho niente di interessante da dire.
Ho un’amica vera ma è lontana e non riesco mai a vederla; ho avuto un ragazzo ma non mi vuole più vedere, ho fatto sesso una volta ma è stato solo squallido.
In mezzo alla gente sono un pesce fuor d’acqua, e a volte mi sento quasi male, mi manca il respiro, mi sento un peso sullo stomaco. Ho imparato con il tempo a non far trapelare nulla, ma è sempre più difficile.
E io sono stanca di fare finta che va tutto bene. Io non riesco nemmeno a ricordare se sono mai stata felice.
Perché non riesco ad avere anche solo un attimo di respiro in questo mare di sofferenza? Quando avevo 16 anni ho pensato molto al suicidio, ma poi ho abbandonato l’idea. Certe volte mi sento coraggiosa per questo, altre volte mi chiedo se abbia fatto la cosa giusta.
30 novembre 2009 - Perugia
Categoria: Solitudine
da Ramona
Anch'io mi sento fuori posto, in questo mondo di pugnali alle spalle e cattiverie a non finire. Mi sento imprigionata in un limbo infernale, a volte vorrei urlare così forte da poter fermare tutto e uscire. La sera, dopo il mio lavoro-stage, (sfruttata, illusa e estraniata ancora di piu' per miseri 200 euro al mese...) mi chiudo nella mia stanza e ascolto musica punk, grunge e metal, sparata nelle cuffie dritta al cervello... solo io e lei, la mia compagna di solitudine... li' senza dare fastidio al mondo esterno... nel rock rivivo la gioia a tinte malinconiche, con lei si sfogano i miei pensieri di rabbia, delusione, dolore e a volte rivivo i traumi adolescenziali che continuo a portarmi dietro, mi sento salire e poi scendere l'infinita ansia e l'inquietudine: l'essere costretti a sopravvivere in un mondo di falsità e crudeltà senza aver scelto di venire al mondo e vivere. Ogni sera cosi', mi trascino cosi' progetto la grande evasione del giorno dopo e dell'altro ancora e cosi' via...
3 dicembre 2009
da sola come voi
anche per me è lo stesso..mi manca il fiato ormai..
3 dicembre 2009
da Alex Darth NodTEK
siamo in due, io non sono mai riuscito a fingere, mai e questo mi ha costretto ad una vita da spettatore.
Alessandro
10 dicembre 2009 - Milano
da Alex Darth NodTEK
aggiungo anche che mi ha colpito molto quello che hai scritto, come quello che scrivete tutti qua su. sono valori che condividiamo ma nel mondo di tutti i giorni queste persone con cui avere rapporti sinceri non le troviamo. io ho perso le speranze e mi sono isolato dal mondo. e il suicdio e' un'altra di quelle cose di cui e' meglio che non parli in questa sede. infondo un motivo per tutta questa sofferenza ci sara', aspetto con fiducia un giorno migliore. che non sara' domani e forse nemmeno dopo ma nessuno puo' sapere cosa ci riservera' il futuro. ma posso scommetterci che le nostre anime dopo aver fatto il giusto e doloroso cammino, arriveranno alla destinazione.
ps
x ramona
anche io mi consolo con la musica!
Alessandro
10 dicembre 2009 - Milano
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