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da Mileto
Finiranno mai queste feste? Diventa particolarmente pesante tenere questa maschera. Sono sempre stato solo...Sono 5 anni che non esco con nessuno, che nessuno mi chiama, che non ricevo messaggi. Frequento il liceo, ciò nonostante neanchè a scuola trovo un luogo accogliente.
Ho sempre finto di fronte a i miei genitori che la mia solitudine era voluta;la nascosi dietro al volto di una sicumeria e d'una superbia. Accetto il dolore, accetto l'immenso silenzio che mi circonda, ma non accetto la compassione.
Il problema è che ho un fratello che è l'esatto opposto di me. Lui è SEMPRE a feste, è circondato da moltissimi amici (fedeli anche...) ed è bello e estroverso. Sono sempre vissuto dietro la sua ombra.
La compassione mi umilia...
Proprio qualche minuto fa, a cena, viene sollevato il tanto spinoso argomento: Cosa si farà a capodanno.
Mi fratello espone i suoi dubbi circa la festa da andare (e si, c'è ne ha molte)io, me ne sto in silenzio...
Mio padre, maledetto e infido: "E tu cosa farai quest'anno? Immagino che te ne rimmarai solo nella tua camera come sempre..." lo disse quasi sorridendo.
Provai un tale odio e insieme una tale tristezza. Se solo sapesse, quanto soffro ogni minuto della mia vita, se sapesse quanto è freddo lo spazio della solitudine, se sapesse quanto s'è inaridito il mio cuore, se sapesse quante lacrime amare sono scese dal mio viso...Se sapesse tutto questo non oserebbe esser cosi meschino.
(Nel frattempo mia madre gli lancia un'occhiata fulminea, molto eloquente "Sta zitto! Lo sai che lui..."pareva dire) Io sorrido; e dico:"Non lo so, le feste mi annoiano". Mi alzo e cerco di non pensare, ma il brusio dei rimproveri di mia madre verso mio padre mi giungono agli orecchi.
Accetto il dolore ma non la compassione.
29 dicembre 2009
Categoria: Solitudine
da Iris
Ciao Mileto, mi ha molto colpito la tua lettera..è molto profonda e tra le righe si percepiscono la sofferenza e la rabbia che racchiudi in te..perchè non provi a parlare con i tuoi e con tuo fratello di questa tua situazione..perchè non provi a dire a tuo padre che le sue battutine ti feriscono?..la sera di capodanno potresti trascorrerla con tuo fratello e i suoi amici..e poi potresti cominciare a farti di nuovo una vita sociale a scuola, secondo me è pieno di ragazzi e ragazze che vorrebbero essere tuoi amici..cerca di farti coraggio e di prendere in mano la tua vita, non lasciare che tutto ti scivoli addosso..un abbraccio..
29 dicembre 2009
da terraspaccata
Non mi ha fatto compassione la tua dedica, mi ha commosso..
Immagino il tuo dolore di fronte "all'occhiata fulminea" di tua madre a tuo padre.
Ho provato la compassione degli altri sulla mia pelle e per lungo tempo ne ho sofferto, ora invece non ne soffro più e so perfettamente che questo non è un buon segno...perché significa che per me niente ha più importanza..
Purtroppo per non essere più compatiti dagli altri bisogna prima di tutto smettere di compatire se stessi, e per non compatire più se stessi bisogna fare una cosa "semplice semplice": dare un senso alla propria vita..e si,
un s e n s o..
qualsiasi esso sia..
Io non ci sono riuscita, spero che tu sarai più fortunato
Ciao Mileto
29 dicembre 2009
da Stefano
Non capisco come mai non ne parli con i tuoi e col fratello. La famiglia serve a questo, ad aiutare chi è in difficoltà, sennò che famiglia è?
29 dicembre 2009
da animafragile
Caro Mileto,
sei così giovane, so cosa vuol dire subire il confronto con una sorella (nel mio caso) estroversa piena di amici, e con il giudizio severo di genitori (mia madre), che non ti capiscono. Ma non lasciarti annientare, come ho fatto io, da questo confronto. Parlane con tuo fratello, lui ti presenterà ai tuoi amici, e le cose poi verranno da sé. Devi aver voglia di cambiare, devi credere in te stesso.
29 dicembre 2009 - Milano
da sola come voi
già si capisce che tuo padre non è un buon padre..dopo 5 anni che ti vede così ancora ste battutine.d'altronde come il mio.mi dispiace..
29 dicembre 2009
da Alex Darth NodTEK
ti batto :) io ne ho 26 di anni e faccio il record di 20 anni di capodanno da solo come un pirla a letto alle nove e mezza a piangere con l'oppressione nel petto. se togli l'infanzia che si passava divertendosi con la famiglia, gli altri tutti così li ho passati (compleanni compresi). altro che feste del merenga!!! mai partecipato a nessuno festa e ti diro' che non rimpiango le mie scelte sebbene io ora stia malissimo. io sono io se agli altri vado bene ok, altrimenti si impicchino. io sono da solo con la mia anima (che e' un pezzo di Dio) e il mio mondo che mi attendono e sempre ci saranno in eterno, loro invece a fare gli scemi a ballare/farsi/ubriacarsi in disco riamngono contenitori vuoti senza anima. se quello e' il prezzo da pagare per non stare da soli io non ci sto... soffro in pace e vaffanbagno a tutti. io sono a posto con la mia coscienza e ne ho una, spero che gli altri possano dire lo stesso.
Alessandro
29 dicembre 2009 - Milano
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