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da solo per il mondo
ed eccomi qui ancora con la mia solitudine a tenermi compagnia...
mi sento inutile, ho voglia di piangere e lofaccio, vorrei uscire in piazza ed urlare al mondo il mio dispiacere, vorrei uno stimolo per andare avanti.
i giorno passano inesorabili e io li spreco su un divano davanti ad un pc.
avevo mille e più sogni intenzionato e determinato a diventare qualcuno nella vita.
a dire il vero prima di entrare in questo tunnel di disperazione ero una persona molto rispettata e considerata, i miei amici sempre al mio fianco, poi i primi acciacchi i primi problemi, mi sono fermato dicendo prendo una pausa mi rilasso un pò e a poco a poco mi sono chiuso in casa, la vita giustamente ha continuato il suo corso, gli amici hano continuato il loro percorso io praticamente sono rimasto indietro di 5 anni e adesso non riesco ad uscire, quando cerco un amico per passare una serata questo non può, mi hanno abbandonato, probabilmente non erano amici veri... chi lo sa.
il fatto è che adesso sono tremendamente solo e triste.
la voglia di uscire e fare c'è ma appena mi convinco ad uscire scatta in me una malinconia ed un dispiacere indescrivibile, perchè da solo non è che possa fare chissà che cosa, anzi vi dico se esco solo mi sembra diessere un alieno.
pensate una volta sono andato a mangira una pizza ed il cameriere mi fece "solo?"guardandomi un pò sbigottito, naturalmente la cosa mi ferì.
e poi che dire quando sei solo e ti avvicini ad un gruppo di ragazzi per fare amicizia ti guardano con sospetto a volte qualcuno nel gruppo ti deride anche.
ragazzi se vi si avvicina qulche persona che è sola provate ad accoglierla e vedere cosa ha da offrirvi, a volte un piccolo aiuto due chiacchere, un sorriso potrebbero cambiare la giornata di una persona che pur essendo circondata da centinaia di individui si trova ad essere tremendamente solo.
13 marzo 2010
Categoria: Solitudine
da Nicola
Inutile dire che comprendo ogni singola parola e condividio appieno la parte finale.
è bene che tu scrivi questo, poichè sei riuscito ad individuare (si, so che concorrono altri fattori poi) la causa della tua solitudine.è stato un graduale dissolversi, lento ed ineluttabile. Ma ora che hai visto le sbarre della tua prigione hai modo di pensare a come uscire.Evadi! Ogni evasione richiede un grande coraggio. Sai che più tempo passerai tra i pianti e i lamenti e più le radici dell'anima scaveranno nel terreno. Esci, ma non con il timore di fallire, esci semplicemente come chi vuole scaricarsi di un'inutile fardello.Non pensare al fallimento;"memento audere semper".
Fregatene di chi ti guarderà strano (fidati è un'illusione) o chi sorriderà di te.Provaci, e continua a riprovare sino allo sfinimento. Forse un'attività può aiutare, magari palestra, sport o teatro.
Dai non ti abbattere. Hai ancora i tuoi sogni, puoi ancora realizzarli.La speranza non ha età.
E la prossima volta che un cameriere chi chiederà incredulo se sei solo rispondigli con fierezza "SI!".
13 marzo 2010
da solo
ciao nicola grazie per la risposta e per il tuo incoraggiamento, grazie di cuore.
13 marzo 2010
da Fabiana
caro Nicola io ti do tutte la ragione di questo mondo che infatti hai però tu non puoi capire cosa ci si sente dentro e una morsa di angoscia un buco scavato dentro te che ti fa sentire inutile non ti viene voglia di uscire di parlare solo di piangere perché dopo tutto non sai come scollarti da dosso quella morsa e come un abbraccio stretto e fa male perché ti senti dentro solo questa sensazione ti viene di solpresa... è bruttissimo l'anima si chiude e non parli con nessuno davanti a tutti fai sorrisi finti perché non vuoi farli preoccupare ma dentro ti senti NIENTE il vuoto più totale... io mi sento così
14 marzo 2010 - Taranto
da Anonimo
solo ha descritto perfettamene come mi senta anch'io in questo momento, in questi anni e forse nicola ha ragione, forse bisognerebbe provare e riprovare ma se non hai nessuno con cui uscire dove vai?se per esempio vuoi uscire di sera e berti qualcosa ti guardano come se fossi un extraterrestre, vieni etichettato come "sfigato". ci vuole coraggio per uscire dalla cella che ti sei creato, io non ho tempo per iscrivermi a palestra o teatro però credo che sarebbe un bel punto di partenza. prova!
15 marzo 2010
da Nicola
Fabiana...è vero ognuno soffre a modo proprio;ognuno conferisce diverse intensità ai propri dolori.
Quanto è stupida questa senzazione che prova il "malato" nel notare la poca importanza che si riserva alla sua infermità. è stupido lo so, ma mi sento ogni volta ferito quando qualcuno mi dice "Tu non puoi capire cosa si prova"...davvero credi che non posso capire?
Leggi tutte le dediche del sito e noterai tu stessa come ogni singolo utente descrive delle senzazione che tutti a nostro modo proviamo.COntinuando a leggere capirai come, nonstante la variazione di stile, tutte le risposte volgono allo stesso fine:speranza. Perchè questa la verità;tutto noi soffriamo nella stessa maniera.
E capirai inoltre come basti un piccolo messaggio di speranza, d'ascolto o d'aiuto per lenire, anche se fugacemente, il nostro dolore.
Capisci? è necessario che continuiamo a illuderci, a credere in qualche cosa, anche se minima, anche se ridicola anche se segretamente, in cuor nostro, sapremmo irrealizzabile.
Dobbiamo sperare altrimenti...sai cosa succede.
ciao Fabiana
ps scusa se è poco comprensibile il messaggio
15 marzo 2010
da Marco
Per Nicola:
A quanto ho capito anche tu ti diletti di filosofia. Bé; il tuo ultimo messaggio mi ricorda un poco Schopenhauer :)
Tu evidentemente credi nell'empatia e nella compassione e pensi che il dolore, nella sua essenza profonda, sia unico e indivisibile.
Condivido in pieno ciò che hai scritto a proposito della speranza.
E' la speranza che ci tiene in piedi e ci permette di tirare avanti. Date una speranza ad un uomo e quell'uomo sarà capace di sopportare qualunque dolore. Quando tentai il suicido avevo perso completamente la speranza. Non speravo più niente. Non speravo più di uscire dalla solitudine né di guarire dalla depressione. Da quando ho ripreso a sperare ho abbandonato ogni proposito suicida. E' la storia del vaso di Pandora. Credo che se non ci fosse la speranza la maggior parte dell'umanità si sarebbe gettata in un pozzo.
15 marzo 2010 - Firenze
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