Sfoghi

da una RagazzaTriste

certe volte mi manca mio padre.
non lo ammetto mai, ed è forse per qst che sto scrivendo su qst sito.
non ci parliamo da anni ed ogni volta ke un mio amico nomina qst parola"papà" a me salgono le lacrime agli occhi. perkè ho fatto la forte per 20anni, perchè sono dovuta crescere prima delle mie amiche e capire che a volte le cose non vanno come vorremmo ke fossero, che i matrimoni finiscono e i figli ne pagano realmente le coseguenze con violenza imponendo a me stessa che non avrei avuto bisogno di nessuno accanto se non di me.
quanto mi è costato?,quanti pianti, quante delusioni quani muri ho messo con il mondo, com mia madre con tutti perkè non potessero capire i miei reali stati d'animo.
mi sono chiusa nel mio mondo, nei miei sogni, nelle mie utopie irrealizzate ed incomplete per scoprire che la realtà si fa sentire cmq.
la realtà che grida oltre una canzone, oltre uno sguardo, oltre ogni cosa anke se il volume è a mille e se l umore esplode.
e così oggi mi sono fatta un esame di coscienza, ed ho scrutato talmente bene in me che d'improvviso ho sentito un vuoto, come quando ti manca il terreno sotto i piedi e credi di cadere nel nulla.
sarei voluta risalire ma non c'erano appigli, e la comprensione non mi appartiene, quando passi il tempo ad immag cm sarebbe stato si può solo piangere, il tocco di un genitore qll ke non ho MAI avuto è una cosa così bella, immensa quanto il silenzio che lascia dentro.
a volte ricerco i miei perchè e rispondo con un "non voglio saperlo" quando è il contrario.
e non so cosa faccia + male, se la bugia di non volerlo sapere o la consapevolezza che lo si sa...

19 aprile 2010

Categoria: Sfoghi

da mary

anche a me mancano tanto i miei genitori, ma non perchè non ci sono più ma perchè non hanno accettato la mia separazione. si stà malissimo a sapere che ci sono ma di te non ne vogliono più sapere

20 aprile 2010 - Caltanissetta

da Perla26

Spesso ci aspettiamo che i genitori siano genitori. Che vivano il loro ruolo di genitori... con la saggezza dell'età, la dolcezza che racchiudono le parole mamma e papà, la comprensione che prima di tutto dovrebbe essere in cima al loro cuore, sopra ad ogni scelta, ad ogni delusione, ad ogni incomprensione... perchè siamo nati da loro, perchè ci hanno dato la vita, perchè siamo venuti dopo e siamo più "piccoli". E' dolorosissimo quando ci accorgiamo che un genitore è un individuo, una creatura con fragilità, limiti e asprezze che sovrastano la dolcezza di cui sopra, che ci spetterebbe di diritto, nel ruolo di figli che hanno per una bella porzione di vita, o forse per tutta la vita, la necessità di una presenza buona e saggia a cui ricambiare quell'amore puro e fedele che ci aspetteremmo. Mi sento di dire che forse l'unica via per cercare di fare meglio è farsi coraggio e parlare, parlare, parlare, cercare i loro occhi e dire tutte le cose che ci sentiamo nel cuore, con pazienza e dolcezza, invertendo i ruoli, nel senso di vedere loro come creature più "deboli", perchè non sono riusciti a superare i confini di un certo tipo di egoismo, e quindi mettere da parte la nostra rabbia, le nostre ferite, l'orgoglio, la solitudine che certi atteggiamenti procurano... e guardare il padre e la madre come persone. Come persone che hanno pezzi di vita che noi non abbiamo vissuto, con fragilità e limiti che non abbiamo visto, con vergogne e frustrazioni, con difetti e caratteri che ci feriscono perchè aspettavamo altro... ma che fanno parte del loro essere uomini e donne. Forse vederli in un'ottica un pò diversa magari non migliora la situazione, ma ci permette di perdonarli... con un atto più grande di amore, che sicuramente ci può rendere un pò più forti.

24 aprile 2010