Gli italiani emigrati all’estero, vengono spesso visti dai loro concittadini rimasti in patria come persone ricche, benestanti, a cui tutto va bene nella vita.
Molti italiani quando parlano di persone emigrate le definiscono americani, svizzeri, australiani etc, a seconda del loro nuovo Paese di residenza e, vengono spesso trattati da stranieri.
Avendo vissuto 26 anni in patria mi è capitato spesso di sentire discorsi tipo “loro stanno bene, si sono comprati una bella casa con giardino”, oppure “mi hanno mandato una foto in cui si vede la loro auto… altro che la mia” non pensando neppure che magari sulla casa in questione stanno pagando un mutuo e, che in un paese come gli Stati Uniti le auto normalmente hanno tutte dimensioni piú grandi.
Attualmente vivo in Svizzera da circa 3 anni e quando torno in patria mi sento spesso dire che sono fortunata a vivere nel paese delle banche, dove tutto è ordinato e pulito, la gente piena di soldi etc.
Trovo la cosa un tantino fastidiosa, innanzitutto perché purtroppo anche qui in Svizzera ci sono i poveri, la maggior parte di loro ha una dignità e cerca di nascondere questa situazione ma, alla chiusura dei supermercati sono in molti a racimolare gli scarti della giornata, oppure a servirsi delle mense benefiche offerte da qualche struttura umanitaria.
Ma analizziamo piú da vicino la situazione degli italiani emigrati.
Molti nostri connazionali hanno lasciato il paese per volontà, per cambiare vita, fare nuove esperienze etc ma sono moltissimi quelli che hanno lasciato la loro terra a malincuore e che sono andati via poiché in patria non avevano opportunità lavorative e, quindi sbocchi per il futuro.
Questi ultimi attaccatissimi alla madrepatria hanno fondato delle associazioni, luoghi di incontro dove si gioca a carte, si beve o mangia qualcosa di tradizionale, dove vengono trasmessi dei film italiani e vengono organizzati degli eventi commemorativi in ricordo dei primi emigranti o di festa per festeggiare qualche ricorrenza italiana come il 25 aprile.
In questi luoghi moltissimi parlano della loro terra di origine e della voglia di tornare ma, la maggior parte delle volte rinunciano poiché i loro figli hanno a loro volta famiglia e lavoro nel nuovo Paese di residenza, perché in Italia la vita da quando è arrivato l’Euro è troppo cara, o ancora perché i servizi e le strutture pubbliche italiane non offrono un servizio efficiente come quello a cui si sono abituati nel nuovo paese di residenza.
Spesso anche i figli degli emigranti hanno un forte attaccamento alla loro terra e la volontà di vivere nella terra dove sono nati e cresciuti i loro antenati ma sono costretti a rinunciare a causa della carenza di lavoro o degli stipendi troppo bassi.
Molte persone emigrate, col lavoro nel Paese straniero si sono comprati o costruiti una casa in Italia con l’idea di andarci a vivere appena raggiunta l’età pensionabile ma, anche in questo caso molti rinunciano a causa di uno dei motivi sopra menzionati e questa abitazione viene pressoché usata solo qualche mese all’anno per le ferie se non addirittura venduta.
La situazione di cui sopra è uguale dal Trentino alla Sicilia.
Inoltre come vengono trattati gli italiani emigrati dalla loro patria?
Innanzitutto se hanno bisogno di cure mediche urgenti devono farsi pagare e/o rimborsare dalle assicurazioni sanitarie presso cui sono assicurati nel paese di residenza estero come un qualsiasi straniero (gli immigrati invece, anche se clandestini vengono curati gratis e non sono neppure tenuti a dare le loro generalità…);
Se hanno una casa in Italia, molti comuni non gliela riconoscono come prima casa e sono quindi soggetti a pagare l’ICI;
Le tasse per la spazzatura molto spesso la devono pagare come se in quella casa ci vivessero tutto l’anno;
Se hanno dei figli non gli viene riconosciuto alcun bonus bebè perché ormai sono stranieri (peró agli stranieri in Italia che magari hanno dei figli all’estero glielo danno…).
Alla luce di ció mi pare che nei confronti dei cittadini emigrati ci sia una certa discriminazione!
Ho sentito parecchi politici soprattutto di sinistra fare la voce grossa al fine di accogliere e aiutare tutti gli stranieri che arrivano nel nostro paese clandestinamente perché poverini, sono disperati ma i nostri connazionali? Non dovrebbero essere tutelati? Perché quando tornano nella loro terra di origine vengono trattati da stranieri? Molti nostri connazionali emigrati soprattutto in Paesi piú poveri tipo il Sud America si trovano in gravi difficoltà eppure non mi pare che l’Italia si preoccupi molto per loro… cosa dobbiamo pensare che siano cittadini di serie B?
Qualche anno fa mi recai in Argentina e a Buenos Aires in un negozio di souvenir nel quartiere della Boca (dove si insediarono moltissimi emigranti genovesi) incontrai una signora di origine italiana la quale mi raccontó la sua storia:
nata in Argentina da genitori italiani, si sposó con un italiano romano con cui si trasferí a vivere appunto a Roma. I due ebbero 3 figli e la vita nella capitale scorreva come quella di molte altre persone “normali” finchè suo marito morí e lei si ammaló di cancro uscendone per miracolo.
A seguito della malattia lei non potè piú lavorare (era infermiera in un noto ospedale della capitale) ed i 900 € al mese di pensione che prendeva tra la riversabilità del marito e la sua pensione di invalidità ovviamente non erano sufficienti per continuare a vivere a Roma e mantenere 3 figli, cosí a malincuore tornó a vivere in Argentina dove il costo della vita è piu basso.
Ricordo che con le lacrime agli occhi mi disse “salutami la mia bella Italia perché non so se potró mai tornare a rivederla”.
Ora io mi domando perché il nostro Paese non fa nulla per queste persone?
Ripeto gli emigranti NON sono cittadini di serie B, sono persone che si sono trasferite all’estero per lavorare e un Paese come l’Italia dovrebbe guardare a questi cittadini come un genitore guarda i suoi figli e dare prioritá a questi invece di pensare a opere pseudo-umanitarie in giro per il mondo o accogliere cittadini di altri paesi che non conoscono la nostra patria o peggio ancora disprezzano i nostri usi e costumi e si approfittano della “bontà” della legge commettendo crimini piú o meno gravi con la consapevolezza che tanto non verranno puniti.
27 maggio 2010 - Milano
Categoria: Vita
Non dovresti offendermi in questo modo. Chi ti da il diritto?
Razzista, malata di mente, portatrice di astio e livore.
Cos'altro ancora?
E poi ti permetti di dare lezioni di morale?
Marco io non ti conosco personalmente, ho letto qualche tua dedica, e mi sembri molto polemico.
Sicuramente hai bisogno di sfogarti con qualcuno.
Fallo, anche sei hai scelto il modo sbagliato.
Saluti!
Chiara
30 maggio 2010 - Milano
E' di poco fà la notizia che potete leggere sui quotidiani:-Alcuni indiani per lavorare sotto il sole a raccogliere pomodori più di 12 ore in Campania percepiscono dai loro aguzzini 3 euro al giorno, sarebbero 5 ma questi infami che sono italiani per altro pretendono una percentuale di 2 euro a persona perché costa benzina accompagnarli...
Il caporalato é un altra invenzione tutta italiana ed é in realtà una forma di violenza e di riduzione in schiavitù.
Volevo fare una affermazione molto seria:-Quando saremo molto anziani e non più in grado di badare a noi stessi, al 99% dei casi ci sarà una badante o una infermiera geriatrica non italiana ad accudirci e a pulirci... Potete giurarci:-E' proprio il sistema economico mondiale che é impazzito, non prevede la distribuzione delle ricchezze e questo enorme divario, voluto, ha creato questa invasione pacifica per cercare di sopravvivere.
Non possiamo negarlo, esiste.
30 maggio 2010
marco quando scrivo che gli italiani non hanno portato violenza all'estero, è perchè in percentuale, e parlo di percentuali e statistiche, gli italiani sono stati per la maggioranza onesti, famiglie con valigie pieni di sogni partivano per LAVORARE E LAVORAVANO, non stupravano, non rubavano, non si mettevano agli angoli della strada a mendicare con i figli in braccio ! troppo troppo buonismo, apri gli occhi marco !
30 maggio 2010
marco secondo me tu parti da posizioni personali, capisco che tu ti sia innammorato in passato di una straniera e abbia vissuto in contatto con questa realtà ma questo non ti deve porre i paraocchi dinanzi alla vita reale.. io sono la prima pacifista ma l'istinto di sopravvivenza mi porta a vedere bene la realtà, perchè mi devo spaventare? perchè non sono libera nella mia terra? perchè ? perchè? ti potrei fare mille esempi.. centinaia e centinaia, oggi anche la nostra realtà commerciale è in pericolo, e mi riferisco a un'etnia sappiamo bene chi che aprono ogni giorno negozi su negozi, con licenze facili, facendo una concorrenza spietata al nostro commercio, carissimo marco che deve fare un padre di famiglia che si vede fallire la propria attività commerciale magari frutto dei sacrifici di una vita?oppure quando i nostri figli si trovano a giocare con giocattoli tossici rischiando pure per colpa di chi????
30 maggio 2010
bob ahhhh se ti elenco le schifezze successe: violenze di gruppo 5 violentano la ragazza bloccando il ragazzo, più volte si è verificato ciò, o la reggiani ricordi quell'efferato omicidio? ragazza sbaglia il pulman e viene violentata, vecchiette scippate, ragazzine abusate, bambini sfruttatti per l'accattonaggio, spacciatori nelle vie, mille e ancora mille episodi di violenza basta non se ne può più e con ciò chiudo.
vi chiedo una sola cosa non offendiamoci tra noi, lo scambio di idee è positivo ma nel rispetto reciproco
30 maggio 2010
be bob ti porto qui un'esperienza personale mia zia aveva una badante a casa straniera la quale si è ubriacata perchè sai loro per la maggior parte fanno questo, si è chiusa in camera con lei a chiave e la stava picchiando abbiamo dovuto chiamare le forze dell'ordine e ho detto tutto. bella serietà. l'altro giorno passeggiando ho visto una badante con il bicchiere seduta fuori e la povera vecchietta che urlava dicendole di rientrare e lei si si nonnina e mentre rideva con l'altra amica come lei, brave! belle persone no?
30 maggio 2010