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da passante
Questa sera ero fermo davanti ad un negozio mentre attendevo una consegna... e dovendo aspettare, stavo fuori a prendere il fresco, e vedevo le macchine passare, alcuni visi noti, altri meno... persone che non vedevo da tanto tempo... e ogni volta che passavano visi conosciuti mi domandavo... chissà che cavolo fà adesso... chissà dove sta andando.. chissà se è felice, soddisfatto... e dentro di me provavo il solito senso di nostalgia misto ad angoscia e frustrazione... perchè mentre guardavo quelle macchine passare, sentivo sulla mia pelle lo scorrere del tempo, inarrestabile... mentre in quel momento dentro di me avrei voluto tornare indietro...si tornare indietro quando c'era la serenità, la spensieratezza, i sentimenti più ingenui ma anche più belli... non ho mai avuto la fissazione di voler tornare indietro, ma quando senti che davanti a te la strada è non dico buia, ma nera... beh allora non rimane che pensare ai momenti belli già vissuti... e penso alle persone a cui ho voluto bene, e mi accorgo che più il tempo passa, più si fa nitido il concetto: vivono bene anche senza di me... potrei morire oggi stesso e il giorno dopo quelle persone che hanno contribuito a darmi tanta spensieratezza, allegria, gioia leggerebbero o saprebbero della mia morte e magari proverebbero, fastidio, un po di dispiacere... e poi proseguirebbero per la loro strada, per la loro vita, indifferenti... forse, dopo tanto tempo che si è stati lontani reagirei allo stesso modo anch'io, a parti inverse. Ad un certo punto passa un ragazzo, uno che conoscevo tanti anni fa quando ero poco più di un bambino...non eravamo amici, ma semplici conoscenti.. comunque mi ricordo che era un tipo davvero allegro, spiritoso che parlava tanto e diceva tante fesserie...sempre con il sorriso, molto simpatico, solare... oggi mi passa davanti, con un viso spaesato, magrissimo, mi guarda una prima volta e poi si gira..poi mi guarda di nuovo e mi saluta con un timido cenno e io ricambio... poco dopo, passa una macchina con a bordo una coppia, entrambi con un sorriso smagliante, lo salutano e proseguono rapidamente..lui ricambia alzando quasi faticosamente il braccio ma con la testa rivolta in pratica dall'altra parte quasi a dire: ti saluto per gentilezza ma non ho la forza neanche di verificare bene chi sei... poi in fondo alla strada è entrato in casa sua (io neanche sapevo che abitasse li)dopodichè..buio. Ora io non so dire cosa realmente pensasse o come fosse la sua vita... ma se avessi dovuto girare un corto, niente più di quella scena avrebbe potuto farmi esprimere il senso della solitudine del corpo, della mente, del cuore, dell'anima... in quel momento mi sono sentito ancora più triste... mi ha fatto pensare a quanti il venerdi sera scorrazzano belli felici con le loro macchine mentre vanno a divertirsi e chi se ne torna semplicemente a casa e spegne la luce. Questo probabilmente non ha alcun senso per chi la solitudine non l'ha mai provata... vedrebbe solo qualcuno che rientra a casa sua. Chi la conosce forse proverebbe un brivido, come l'ho provato io.
14 agosto 2010
Categoria: Solitudine
da Vero
E io l'ho provato leggendo la tua dedica.
Purtroppo so, fin troppo bene, cosa significa la solitudine. Mia e degli altri.
A noi rimane solo un brivido e una domanda: Perchè?
16 agosto 2010
da una qualunque
Tutti prima o poi arriviamo al punto di chiederci perchè? La solitudine non è altro che la sofferenza, il dolore che ognuno di noi, seppur in modo diverso è chiamato a vivere.
Un dolore incessante e pressante che pian piano ti logora dentro. Ma...cos'è il dolore? Forse nasce dai nostri segreti, daqualcosa che non vogliamo rivelare, perchè se lo rivelassimo, probabilmente sentiremmo ancora più male. Il non essere capiti, amati accettati? Si chiama essere umano, e ognuno ha la propria croce, tocca a noi cercare e trovare un senso. Ascoltiamoci di più, cercando di avere fiducia in noi, e rispetto della nostra personalità. ciao
17 agosto 2010
da Lalla
"..ma se avessi dovuto girare un corto, niente più di quella scena avrebbe potuto farmi esprimere il senso della solitudine del corpo, della mente, del cuore, dell'anima... in quel momento mi sono sentito ancora più triste... mi ha fatto pensare a quanti il venerdi sera scorrazzano belli felici con le loro macchine mentre vanno a divertirsi e chi se ne torna semplicemente a casa e spegne la luce. Questo probabilmente non ha alcun senso per chi la solitudine non l'ha mai provata... vedrebbe solo qualcuno che rientra a casa sua. Chi la conosce forse proverebbe un brivido, come l'ho provato io." E in quel ragazzo sembra di leggere me stessa..
20 agosto 2010
da stefano
nelle tue parole ritrovo qualcosa di mio.
24 agosto 2010 - Forlì-Cesena
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