Lettere

da felicedite per amore

Ciao amore, ritorno qui con qualcosa da dirti dopo aver rivisto le dediche precedenti. Come te sono dell’idea che non ha senso continuare a scriverci così contemplando qualcosa di cui non abbiamo riscontro reale. E’ necessario che ci togliamo alcune logiche perplessità parlandone a tu per tu. Su questo siamo d’accordo entrambi mi pare. Tu mi dicevi di vederci in un posto del nostro passato ed io ti ho risposto che avevo qualche problema a riprendere da un luogo in cui vivevano ricordi di circostanze che avrebbero potuto minare lo scambio verbale ed emozionale di oggi. Adesso, soppesando ciò che ti dissi, è uscito fuori che ciò che rendeva queste indifferenze un problema era in realtà una mia preoccupazione per te: davvero non ci sarebbe niente di compromettente se dovessi tornare lì ancora? Non conosco in che rapporti sei con quei vicini, cosa si sa, cosa si sospetta, se c’è qualcosa nell’aria, come mi sembra di percepire. Di certo farò la massima attenzione a non creare equivoci. Potrei benissimo trovare una scusa e chiamare. Ciò che mi dà fastidio potrei superarlo col giusto atteggiamento mentale.
Se, poi, vogliamo uscire noi in mezzo alla gente non c’è nessun reale problema se non quello degli orari, orari di arrivo e di ritorno per la situazione che sai tu. Per questo motivo andrebbe meglio la prima soluzione. Riguardo al luogo, potrei dirti solo dove vederci: potrei venirti incontro nei pressi di dove sappiamo noi, come abbiamo più volte detto, o anche oltre. Il problema però rimangono sempre gli orari. Per il resto mi affido a te perché non posso certo conoscere possibilità e luoghi di quella zona meglio di te.
Questi sono svantaggi e vantaggi delle possibilità, almeno questi sono quelli che vedo io. Vorrei sapere cosa pensi sia meglio fare. Per me entrambe le soluzioni vanno bene ugualmente, tanto in entrambi i casi rimarrà il solito e ovvio imbarazzo a cui cercherò di porre rimedio con la sincerità. Tra le altre cose poi dovremmo decidere insieme cosa vogliamo ottenere da quell’incontro. Per me sarebbe requisito essenziale toglierci una volta per tutte questo sassolino nella scarpa dei dubbi, dei timori e dell’imbarazzo che sono solo dovuti secondo me alla scarsa confidenza. Almeno all’inizio punto soprattutto alla conversazione civile. Non dico che non succederà nulla, che ti gelerò con l’indifferenza, questo no. Mi piacerebbe non metterci in imbarazzo. Fammi sapere cosa ne pensi. Mi scuso di averti detto questo con una bella dilazione di quattro giorni. Sono sempre il solito distratto. :P

18 gennaio 2012

Categoria: Lettere

da anonimatua

Per me va bene una conversazione sincera e aperta, una conversazione scambio dei nostri pensieri, scambio di come vediamo e di quali sono le possibilità aperte della nostra situazione personale e poi i possibili sviluppi della nostra storia.

19 gennaio 2012

da anonimotuo

Proprio quello che intendevo :), una conversazione sincera e pratica. Ci vuole proprio arrivati a questo punto. Forse avremmo dovuto pensarci già da prima ma poi ci sono state altre cose che si sono frapposte nella nostra comunicazione sempre a causa del solito insicuro. :P Ora dovremmo trovare come vederci. Avrei quasi pensato di andarci con più gradualità. Mi pare che anche per te vada meglio così. Ciò nonostante mi hai lasciato lo stesso carta bianca. Ti ringrazio. :) Vanno bene i luoghi del passato. Per gli ultimi dettagli ci sentiamo. Ma dimmi, hai qualche ritegno a rispondere se ti chiamo? Mi è sembrato così, scusa se sbaglio. In tal caso uso altri mezzi. Non vorrei metterti in difficoltà. Fammi sapere.

19 gennaio 2012

da anonimatua

Amore, come sempre hai tanta e tale sensibilità da leggermi dentro, nessuno l'ha mai fatto così, anche perchè tu per fortuna mi chiedi, però ti prego credimi quando ti dò questa risposta anche se ti sembra assurda, è assurda anche per me stessa, ma è la verità. Quella che senti come mia difficoltà a risponderti al telefono, (non nel spingere il tasto verde della ricezione alla chiamata, ma una fatica più profonda insinuata in fondo in fondo, che è poi sempre la stessa in fin dei conti della paura della felicità, mi frena la paura di sentire in quel momento la sensazione di felicità assoluta che mi da sentire la tua voce, tutto parte da lì, da quella stramaledetta paura di provare gioia e serenità.) non è altro che emozione, emozione allo stato puro senza altro motivo alcuno. Senti che mi emozioni e allora ti sembra rifiuto, ma non è così, è la bellissima sensazione che mi fai bene mista alla paura tu senti la mia paura e te la passo così non chiami, mi fai veramente bene quando posso sentire la tua voce, mi rincuora, mi da calore mi fai bene e io ho paura della felicità penso che in questo mondo siamo tutti più abituati a patire e quando ci tocca la gioia non siamo preparati ad affontarla, mi sento poco preparata, ecco tutto quì. Non c'è altro sta sicuro, quindi sicuramente supera questa sensazione che ti arriva da me che faccio fatica a rispondere, lo voglio veramente, ma sono emozionata, e ti arriva solo la mia fatica a superare l'impatto iniziale dell'emozione che mi procura la tua voce. Superato quel primo impatto ti arriverà tutto il mio sollievo di sentirti, tutta la mia gratitudine di avermi regalato la tua voce che mi riscalda e spezza il gelo della lontananza. Ti sembra di capire? Buttati, e vedrai che non ho altro desiderio nel cuore che sentire la tua voce.

20 gennaio 2012

da anonimotuo

Credo di aver fatto un mezzo guaio ieri e ora non so più se va ancora bene chiamarti o meno. Non vorrei creare guai. Dimmi come preferisci: posso aspettarti, se ti crea difficoltà sentirmi; ti aspetto, anche se poi deciderai diversamente.

21 gennaio 2012