Sfoghi

da Lullaby

Ho 23 anni ed un bambino di 6 mesi.
Ho studiato tanto e sodo per ottenere una laurea che mi è costata sacrifici e sudore. La mattina mi alzavo presto, andavo a lezione fino a pomeriggio inoltrato. Poi tornavo a casa, doccia velocissima e via al lavoro del momento. Cameriera, barista, receptionist...sono solo alcuni esempi. Non che avessi proprio bisogno di lavorare, vivo con i miei genitori e hanno sempre pensato loro alla retta (salata) dell'università. Ma io volevo fare qualcosa, anche se di minimo, per illudermi di pesare un pochino meno sulle loro spalle. In tre anni, studiando nei ritagli di tempo notturni o mentre al pub c'era un po' di calma, mi sono laureata. Poi ho deciso di iscrivermi ad un master, perchè mi sarebbe piaciuto poter sfruttare le mie conoscenze per andare via, trovare un lavoro all'Estero. Invece, poche settimane prima dell'inizio del master il ciclo non arriva. E così scopro di essere incinta di un mese, facendo la felicità dei miei genitori e del mio ragazzo. Dopo 6 anni di fidanzamento, neppure la cara vecchia nonna ha avuto da obiettare. E così parte la folle corsa di tutti, amici, parenti e conoscenti, al regalo più bello, ai vestitini più sfiziosi e così via. Decido che il master io lo voglio fare comunque, non sono mica malata! Intanto però devo rinunciare al corso di specializzazione che avevo trovato dopo tante ricerche. Pazienza, mi dico. Se non altro farò il master. Vado a lezione mese dopo mese e intanto la pancia diventa sempre più grande e visibile, così tutti mi fanno le congratulazioni e si dicono felicissimi per me.
Ma a me nessuno ha mai chiesto, neanche una volta, se fossi felice.
Se lo avessero fatto avrei risposto che no, non ero affatto felice, maledizione! La mia laurea fresca fresca e tanto desiderata adesso resterà appesa al muro per qualche anno come minimo, per sempre nell'ipotesi peggiore. Il mio sogno di andare a vivere lontano svolgendo il lavoro dei miei sogni resterà chiuso nel cassetto.
Ho passato i 9 mesi (8 per la verità) di gravidanza a fingere. Mi facevo vedere serena e contenta, poi la sera piangevo da sola nel mio letto. Da sola, perchè oltretutto il mio ragazzo lavorava lontano 400 km e tornava una volta al mese. Poi finalmente il parto, la nascita del mio bambino. E tutto è rimasto uguale. Amo mio figlio, lo adoro. Ma sono comunque infelice. Ho dovuto sposarmi per forza, in fretta e furia, alla sola presenza dei genitori e dei testimoni. Certo, mi sarei sposata in ogni caso, prima o poi, perchè amo mio marito e ho sempre desiderato una vita insieme a lui. Ma non volevo che fosse così. Non di corsa. Non perchè così mio marito poteva chiedere di essere spostato vicino a casa. Che poi, anche se ci siamo sposati, è rimasto lontano e torna un paio di volte al mese. Intanto io proseguo la mia non-vita: mi alzo la mattina, mi occupo del pupo, poi ciondolo da una stanza all'altra senza sapere cosa fare. I miei amici lavorano, altri studiano, una fa addirittura la specializzazione che avrei voluto fare io. Sono tutti impegnati e comunque troppo giovani e desiderosi di andare in giro per potergli chiedere di farmi compagnia a casa, tra un biberon e un pannolino sporco.
E così la sera, a volte, mi ritrovo rannicchiata nel letto a piangere come quando ero bambina. E penso che in fin dei conti, sarebbe bastato che io quel giorno non avessi detto a mia madre e al mio ragazzo che non avevo il ciclo. Sarebbe bastato andare in clinica e nessuno adesso saprebbe niente. Io starei frequentando il corso di specializzazione che desideravo e magari starei anche lavorando.
Ma poi penso: che razza di madre orribile può anche solo pensare una cosa del genere? Devo essere un mostro per poter pensare che sarebbe stato meglio abortire. E mi logoro di rimorsi misti a senso di colpa fino alla mattina successiva.

10 marzo 2013

Categoria: Sfoghi

da Anonimo

Sei molto giovane, per quanto possa essere unica e bella una maternità, pare invece che sia un periodo "triste" della tua vita.
Sogni, aspettative, desideri andati in fumo... No, io non credo siano andati in fumo, io credo che si siano solo un po'... "spostati" ma non sono diventati irraggiungibili. Questo però dipende anche da te.
Se avrai la capacità e la fortuna di avere una famiglia felice ed un lavoro che soddisfi le tue aspettative, tra qualche anno ti volterai indietro e guarderai questo periodo della tua vita con un sorriso, e con la consapevolezza che gli obbiettivi, anche se talvolta si "spostano" non sono mai irraggiungibili.
Questo però dipende anche da te!
In bocca al lupo!

11 marzo 2013

da a tia

dovresti vergognarti di quello che hai detto nelle ultime frasi. il solo pensiero dell'aborto fa ribrezzo anche all'uomo più crudele. comunque hai 23 anni, quindi è inutile che fai la bambina che piange. non credo che tu sia rimasta incinta per virtù dello spirito santo, quindi potevi pure pensare le conseguenze. chi è causa del suo male pianga se stesso. che poi non è nemmeno un male dato che è la cosa più bella al mondo avere un figlio. c'è chi pagherebbe miliardi per averne uno e tu fai così? dio da il pane a chi non ha i denti. non ti meriti nulla. vergognati e cresci un po'.

15 marzo 2013

da Lullaby

Ma tu non hai mica capito niente di tutto quello che ho scritto. Io amo il mio bambino, non tornerei indietro. Come hai detto giustamente tu, sapevo benissimo a cosa potevo andare incontro avendo rapporti non protetti; se insieme al mio ragazzo abbiamo continuato su quella linea è chiaro che la cosa non ci preoccupava più del dovuto. Siamo insieme da 7 anni, ci amiamo e un figlio è il naturale proseguimento della nostra storia. Il mio sfogo era riferito alla situazione in toto: aver creato una famiglia con la persona che si ama e dover stare separati è frustrante e mi rende triste. Non mi vergogno e non credo di meritare i tuoi biechi insulti, perché ho portato avanti la vita del mio bambino per amore. Inoltre, conosco benissimo da vicino cosa significa desiderare un figlio è non poterlo avere. Perciò le tue parole cadono nel vuoto. Accetto ogni tipo di critica, purchè sia costruttiva e non semplicemente volta ad insultare perché dettata dall'ignoranza e farcita di inutili preconcetti e frasi fatte. Infine, tengo a precisare che l'aborto è legittimo, oltre che una decisione personale. Non direi che è inconcepibile: se ti stuprassero saresti capace di crescere tutta la vita il figlio del tuo orco? Se sì, tanto di cappello. Dopo questa parentesi chiudo il discorso, nella speranza, forse vana, che tu e chi come te non ha capito niente del mio sfogo riesca perlomeno a capire questa mia ultima risposta.

18 marzo 2013