Vorrei raccontarvi una storia.
Un po' di tempo fa ho conosciuto un ragazzo che viveva in un piccolo paese del sud.
Una persona sensibile, dolce, capace di sorrisi cosi' radiosi da far stringere il cuore.
Abbiamo parlato tutta la notte dei suoi sogni, delle sue speranze di diciassettenne, dei progetti che aveva in mente.
Voleva diventare professore di italiano perchè amava la letteratura.
Custodiva dentro di sè un universo sterminato di dolcezza e io provai subito per lui un grande affetto, che provo tutt'ora.
Adesso e' il mio angelo. E io sento che non puo' accadermi niente di male finchè c'è lui a vegliare su di me.
Si, un angelo, perchè è morto.
Ma non di una morte naturale, voluta dal destino o dal caso.
Si è tolto la vita in modo atroce, per sfuggire al dolore.
Il ragazzo di cui sto parlando era omosessuale e ad un certo punto della sua vita non potè piu' sopportare le umiliazioni, i sorrisini perfidi, le battute squallide che venivano sussurtae alle sue spalle.
Erano anni ormai che incassava, in silenzio e in solitudine.
Ma un bel giorno non ce l'ha fatta e ha deciso di porre fine alle sue sofferenze.
Le persone che lo circondavano non sanno di essere degli assassini, non so se nel fondo della loro coscienza abbiano qualche rimorso.
Ma tanto ormai non avrebbe più senso.
Voglio solo che tutti coloro che leggeranno questa storia riflettano, anche solo per un istante, su quanto male possano fare le parole.
22 gennaio 2005
Categoria: Drammatiche