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da Laura
Mi sembra di essere regredita di 5 o 6 anni, a quando ero ancora una ragazzina sola, depressa, senza una vita, senza uno scopo, senza amici, senza niente. Ora ho 20 anni, e credevo di avere superato quella fase, ma non è così. La mia vita è vuota, è inutile. Non ho amici, o meglio quelli che ho non li considero neanche amici; mi fanno uscire con loro solo per abitudine. Non abbiamo niente in comune, siamo due binari paralleli; mi sento come un'aliena quando si parla sempre di vestiti, reality e sesso. La verità è che loro non mi hanno mai conosciuto per come sono dentro, loro vedono solo un'involucro e basta; e la cosa peggiore è che ogni volta che esco con loro devo indossare una maschera e fingere di appartenere al loro mondo, a questo mondo, ma in realtà io non appartengo a niente. Anche i miei genitori sono degli estranei per me. Sento di avere un buco nero al posto del cuore, sento che in questo mondo nessuno conoscerà mai nessuno veramente. Sento che la mia esistenza è vuota e inutile; non trovo più un motivo per risvegliarmi la mattina. Nasciamo, studiamo, lavoriamo e poi moriamo, siamo davvero destinati solo a questo? Perchè io non ho mai trovato altro. Non sono mai stata felice in 20 anni; dall'età di 13 anni sono sempre stata sola come un cane; avevo un ragazzo ma è finita, e non mi vuole più vedere. Non riesco più a reggere questa recita, a fingere che vada tutto bene; anche uscire con quella specie di amici è diventata una sofferenza. Sono piena di rabbia e dolore; avrei solo voglia di piangere, ma non riesco neanche più a sfogarmi. Mi sembra di essere caduta in un pozzo nero e di non poter più rialzarmi, ma a questo punto non so neanche se ne vale la pena. Mai come ora ho apprezzato i versi del grande Leopardi :"Amaro e noia la vita, altro mai nulla. E fango è il mondo".
12 gennaio 2009 - Perugia
Categoria: Solitudine
da sonia
non so quanto possa esserti utile... a parte che sono fidanzata da 4 anni (senza soddisfazioni)... è tutto precisamente identico.
12 gennaio 2009
da Salvatore
Io sono un ragazzo di 20 anni e in questo periodo mi sento anch'io cosi non so quanto posso esserti d'aiuto ma penso che quello che può aiutare me e te in questo momento sia una certezza: la certezza che vedere le cose in questo modo e cioè "tutto nero" è un momento, al massimo un periodo e ciò significa che può finire, che possiamo far si che finisca.
12 gennaio 2009 - Latina
da laura
Salvatore, credevo anche io che fosse un periodo...ma dura da una vita...non mi ricordo l'ultima volta che mi sono sentita bene...
12 gennaio 2009
da marco
Mi ha colpito molto fra l'altro che tu abbia usato la parola "recita" per definire la tua relazione con i membri del tuo gruppo
Se ti scrivo è per dirti che la tua analisi è molto lucida, e contiene già in sè la soluzione del problema
Il vero problema però (scusa il gioco di parole!) è che spesso non diamo ascolto a noi stessi per paura di cambiare, di staccarci da un'ambiente, e più in generale da uno stile di vita abitudinario che se da un lato ci soffoca, dall'altro ci rassicura
Perciò sei caduta in un pozzo nero, perchè continui a perpetuare una esistenza che non è la tua, e quindi, interiormente muori ogni giorno di più
L'abitudine può uccidere, e tu esci con i tuoi superficiali amici solo per abitudine
La conseguenza è che così svuoti di significato ogni tua azione perchè non la riconosci come tua: è chiaro che anche la tua vita si svuoti
Perchè non ti decidi a staccarti da loro? perchè non prendi una decisione drastica? hai solo vent'anni cavolo, ed oggi il mondo è pieno di oppurtunità, molto più che all'epoca di Leopardi, che comunque ha lasciato poi il suo "natio borgo selvaggio"
Tu stai a perugia, città universitaria
Mi dicono sia piuttosto vivace
Possibile che tra tanti studenti/esse non ce ne siano di un pò più interessanti?
Lo so è difficile.. sai anch'io a vent'anni mi sono staccato dal mio gruppo di allora..era un gruppo vario, ma capeggiato da un deficiente che credo si troverebbe benissimo con i tuoi amici:) è stata comunque dura, non te lo nego, molto dura, sono stato solo a lungo, in un'altra città peraltro..ma sai? in fondo non mi sono mai pentito della mia scelta..
Dobbiamo lottare per la nostra felicità.. su pensa a te stessa allontanati da loro, scopri chi sei :)
Ti auguro tanta fortuna
12 gennaio 2009
da doc
Questa è la mia vita... solo che io sono già passato alla fase 2 e cioè piuttosto di continuare a fingere ho abbandonato i miei 'amici'.
Anche io ho 20 anni e fino a 3-4 anni fa ero diverso... io mi divertivo davvero ero felice... poi non so qualcosa è cambiato dentro me e io non ne ho mai capito il motivo... ho iniziato a disinteressarmi e a perdere la capacità di emozionarmi.
Non riesco a vedere nulla di positivo in questo mondo che ci prende ci mastica e ci sputa fuori senza pietà.
Spero che le cose per te e anche per me cambino ed anche al piu presto possibile.
Un abbraccio. doc.
12 gennaio 2009
da ulisse
Ti capisco benissimo, la solitudine fa veramente male, vero? Non ti racconto la mia esperienza personale perchè avendolo già fatto varie volte in questo sito, potrebbe sembrare esibizionismo... Invece voglio provare a darti comprensione e consigli.
Lo so che appare tutto uno schifo: il mondo, la vita, se stessi, e soprattutto la maggioranza delle persone; e magari, ciliegina sulla torta, ci si sente anche in colpa perchè si provano queste cose. Lo so benissimo che fa male, e che nessuno dei tuoi conoscenti riescie a capire.
E' una vecchia storia: la maggior parte delle persone sono estroverse, e la minor parte sono introverse (o sensibili se preferisci), alcune ricerche stimano che si tratti solo del 5-7 % della popolazione. Se si aggiunge anche che a causa della loro sensibilità queste persone (fra cui ci sono anch'io) fanno fatica a "imporsi", si capisce la mole di problemi che ne deriva. Spesso è già un traguardo ammettere di non essere come la maggior parte delle persone...
E'ssere introversi non è solo una maledizione, è anche un dono eccezzionale: si "sente" tutto in modo più intenso, e si sentono cose che quasi nessuno sente; di contro questo causa un pò di problemi (fra cui l'emarginazione) che il nostro cervello fa fatica a metabolizzare, e per non collassare preferisce ingannarci, spingendoci ad adattarci agli altri.
Il primo passo è rendersi conto di essere diversi, per fortuna ciò comporta anche la scoperta di abilità, ma è comunque una cosa che spaventa, perchè poi bisogna riimmaginare tutta la propria vita, e mettersi a cambiare un pò di cose; e si ha paura di non riuscirci, peggiorando solo la situazione.
Ti dico solo questo: per quanto difficile e doloroso è riconoscere e seguire te stessa, se non lo fai non sarai mai Soddisfatta!
Buon viaggio.
13 gennaio 2009 - Bergamo
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