Solitudine

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da Marco

Ero un bambino bellissimo, intelligente, vivace, allegro... mi consideravano un prodigio perché a tre anni sapevo già leggere e scrivere. Facevo ridere tutti; trasmettevo gioia di vivere... poi qualcosa si è misteriosamente inceppato. Forse non tanto misteriosamente... Chi doveva darmi affetto mi ha riversato addosso la sua rabbia e le sue frustrazioni. Mia madre mi ha letteralmente massacrato con la sua violenza verbale; mio padre se ne è infischiato allegramente.. a poco a poco mi somo ammalato. Sono diventato insicuro, fragile, impaurito... mi sono reso conto che tutto poteva ferirmi e per questo mi sono ritirato sempre più in me stesso. Ho smesso di uscire; mi sono rifugiato nei libri... e intanto gli anni passavano e la vita seguiva il suo corso... gli altri incontravano la donna giusta, si sposavano, costruivano qualcosa di importante... io combattevo contro la depressione e sprecavo in modo irrimediabile gli anni migliori della mia esistenza.
Sono riuscito a venirne fuori ma a che scopo ? Sono solo come un cane; nessuno mi capisce; sono un disadattato nel senso più profondo del termine. La vita si è portata via tutti i miei sogni più belli. Mi trascino stancamente senza più una meta, a volte rido delle mie disgrazie... un modo come un altro per esorcizzare la disperazione. Mi vengono i brividi se penso che ho già trentasette anni. La vita non ti aspetta...
Cos'è rimasto oggi di quel bambino?

18 aprile 2010 - Firenze

Categoria: Solitudine

da primula

é rimasto un'uomo traumatizzato da una madre come la mia, tu non hai nessuna colpa di essere suo figlio, sei giovane incomincia a vivere, ritrova quel bambino e fregatene di tua madre, tu sei diverso, dimostralo, riscattati a dispetto del male che ti è stato fatto, i sogni sono sempre dentro di te cercali, la vita è un dono non sprecarla, non vivere più all'ombra del passato, tu oggi sei un'uomo libero di vivere la tua via senza quel serpente di tua madre.non bruciare il tempo che ti resta.Auguri

18 aprile 2010

da chicca87

Ciao Marco non siamo tutto uguali, certo ql che perdi a 20anni non è uguale a 30 ma se ti disperi csi secondo me arrivi davvero a 80anni che vivrai davvero di rimpianti... è vero, non puoi recuperare ciò che hai fatto prima, però cerca di uscire e sorridere csi troverai anche tu nuovi amici e chissà... l'amore non ha età e non arriva a comando, ricordatelo sempre!!!!

19 aprile 2010

da BETTY

Caro Marco, i bambini bellissimi, intelligenti, vivaci ed allegri non possono perdere tali qualità per colpa della famiglia!
Ora che hai 37 anni dovresti riscattarti, trovare la donna della tua vita e ritornare ad essere fiero di te, allegro, sorridente e bello!
Perchè tu sei bello, dentro e fuori e chi ti sta o ti starà vicino vedrà questa tua grande qualità!

Sorridi alla vita, perchè hai ancora molto da offrire e da ricevere!

Un forte abbraccio da nonna Betty.

19 aprile 2010

da Un ragazzo

Caro Marco,
ci siamo già scritti diverse volte.
Capisco i tuoi sentimenti...
A differenza tua non ero bellissimo, ero normale come aspetto fisico, e non ero intelligente e precoce nella lettura quanto te, anzi ci ho messo due anni per iniziare a parlare...
Ma mi rispecchio nelle altre cose che dici, certamente più importanti:anch'io ero molto vivace ed avevo molta voglia di vivere...
Mia madre mi ha detto che quando ero ancora più piccolo, dal passeggino guardavo le persone e gli sorridevo finchè non venivano da me a parlarmi...E se si offrivano di prendermi in braccio, ci andavo volentieri!
Nel mio caso, è stato mio padre ad essere diverse volte violento verbalmente con me...e a volte anche fisicamente...
Ricordo che una volta giocavo a un videogame di calcio, vincevo 2-0 e mi son fatto rimontare 2-2...così volevo spegnere il videogioco e ricominciare la partita da capo...Ma mio padre iniziò ad urlare e a dire che dovevo imparare a finire le cose (ti rendi conto? a un bambino per una partita a un videogame...io non ho parole, mi cascano le braccia...) e mi prese a schiaffi e calci...
Non dimenticherò mai quell'episodio: e lo prenderò ad esempio per come NON ESSERE UN PADRE.

E anche io mi sono gradualmente chiuso in me stesso, rifugiandomi anche io nello studio: sono sempre andato benissimo a scuola, ma non ero altrettanto di successo nelle amicizie e meno che mai con le ragazze...
Quando alle superiori mi sono reso conto di tutto questo, ho capito che la scuola, l'intelligenza era l'unico campo in cui mi sentivo sicuro: ma nelle relazioni, nell'affetto, nell'amore mi sentivo un pieno fallimento...Che non avrei potuto fallire di più neanche a farlo apposta!!!

Ora sto superando queste cose...
E sono sorpresissimo di quanto ho cominciato ad aprirmi e a ricevere soddisfazione proprio in quelle aree della mia vita dove prima non ne avevo: l'amicizia, l'apprezzamento delle ragazze.

Non ho parlato di me per sovrappormi a te, ma per farti sentire che abbiamo storie e sentimenti in comune.

E desidero dirti una cosa difficile da dire...
Ricorda che riguarda ciò che FAI, e non chi SEI...non te...
Ho letto anche altre tue dediche, e dedichi molte energie intellettuali ed emotive a pensare alle cause della tua sofferenza...a scavare sempre più a fondo nella tua sofferenza...a pensare al modo ingiusto in cui gli altri e la vita si sono comportati con te...
So che queste domande sono legittime e ti vengono direttamente dai sentimenti.
Ed io voglio chiederti: questi pensieri sono per il tuo bene? Ti rasserenano ed avvicinano alla felicità che desideri, o amplificano i sentimenti dolorosi che già provi?

Caro Marco, io sono certo che tu VUOI USCIRE da questa solitudine e da questa sofferenza...
E non vorrei che questi pensieri, anzichè aiutarti a uscire, ti ci facessero sprofondare maggiormente...
Non vorrei che questi pensieri, anzichè aiutarti a cambiare la tua vita, la cristallizzassero ancora di più in questa sorta di gelo di sofferenza...che immobilizza tutto...

Un saluto,
Fabrizio

19 aprile 2010

da Marco

Ciao Fabrizio.
Vedi; il problema è questo: ogni volta che devo fronteggiare le mie paure e le mie insicurezze, non posso fare a meno di pensare al male che mi è stato fatto. Non posso fare a meno di pensare che questo malessere ha delle cause ben precise, che io (per mia disgrazia) conosco fin troppo bene. Non tanto perché sono stato in analisi quanto perché certe cose sono di un'evidenza solare. Credimi Fabrizio: una madre come la mia ti può veramente causare danni irreparabili. Pensa che a volte avevo gli incubi e e sognavo che lei mi avesse gettato nel cassonetto della spazzatura... a tal punto può arrivare la sensazione di essere rifiutato. E poi dicono che la famiglia non può rovinare una persona...
A parte questo tu hai ragione. Questi pensieri non mi arrecano nessun conforto; anzi, probabilmente rendono la mia vita ancora più complicata. Da questo punto di vista devo ancora maturare molto.
Temo che nel mio caso la forza di volontà non sia sufficiente e che ci vorrebbe anche un pizzico di buona sorte. Perché le mie ferite sono profonde e per poterle risanare ci vorrebbe una donna davvero speciale... io invece sono stato ripetutamente rifiutato, tradito o abbandonato. Adesso è tutto terribilmente più difficile.

19 aprile 2010 - Firenze

da anonimo

ciao marco, capito qui per puro caso! comunque mi sono ritrovato a leggere quello che hai scritto e voglio darti quella che per me è stata, ancora è, e credo possa essere la soluzione definitiva a problemi simili ai tuoi: BIOENERGETICA..e fai miracoli.
ciao

19 aprile 2010

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