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da Chiara per Tutti
da Marco
Ovviamente condivido in pieno ciò che ha scritto questo signore. Chiara, perché cotinui a lanciarmi accuse ridicole e anacronistiche come quella di avere "rinnegato il mio paese" ? La tua retorica sta diventando veramente fastidiosa. Io non ho rinnegato un bel niente, per il semplice motivo che non ho scelto io di nascere in Italia.
E' veramente spiacevole che noi due si debba sempre litigare per lo stesso motivo. Io, quando parlavamo di calcio, ti ho sempre risposto in modo pacifico e educato. Sei tu che diventi aggressiva e prepotente appena qualcuno osa criticare l'Italia.
Dio mio che pazienza...
28 giugno 2010
da Marco
Vorrei citare le parole di un grande scrittore milanese, un concittadino di Chiara. Si chiamava Carlo Emilio Gadda e dal punto di vista politico era tutto fuorché un sovversivo. Ognuno può interpretare questo brano come meglio crede.
"Non trovando reali motivi che le servano di bandiera, che siano il motivo e il valore del suo essere (la maternità pura e semplice non sufficiendole), perquanto smaniosamente cerchi un predicato plausibile per il soggetto Io, si attacca alla prima parola o alla prima immagine che le capita al cervello, che è quasi sempre l'immagine di un cetriolo. Si intende cetriolo disguised; cetriolo travestito; cetriolo sublimato in Cetriolo- Patria, in Cetriolo- Santità della Famiglia, in Cetriolo- Incolumità della Stirpe, in Cetriolo -Croce Rossa, in Cetriolo- Destini Immortali d'Italia... ecc ecc ecc".
28 giugno 2010 - Firenze
da Chiara
Anche a me da fastidio, quando scrivi che detesti l'Italia, e speri di emigrare al più presto.
Offendi la mia sensibilità.
Quindi? Come la mettiamo?
E poi meno male che qualcuno scrive che nel 2010 ci siamo evoluti. Secondo me proprio per nulla. Anzi siamo regrediti.
Buona vita a tutti ripeto.
Chiara
28 giugno 2010 - Milano
da Marco
Ti rimando alle parole del tuo grande concittadino, che ho citato nel mio precedente intervento. Io non ho altro da aggiungere.
28 giugno 2010 - Firenze
da Bob
Il parere di un immigration policeman lascia il tempo che trova.
Voi due comunque siete troppo estremisti di pensiero e ovviamente vi scontrate, Chiara deve addolcire sicuramente le sue spigolature per la vita, ma credo che llo stia facendo.
L'italiano all'estero non era ben visto, anche in Inghilterra c'era un cartello che fece negli anni 60 il giro del mondo.
"Vietato entrare ai cani e agli italiani".
Ora l'italiano si é ambientato e ha sposato altri cittadini americani.
I miei cugini hanno sposato neozelandesi, tedesche ecc...molti non conoscono più la lingua dei propri genitori, normale che sia così.
Questo problema non c'é più, perché rivangare episodi sociali del passato?
Ancora oggi c'é una forte emigrazione dall'Italia, molti ricercatori italiani lavorano all'estero perché non trovano sbocchi in Italia.
Il problema prioritario é che l'Italia non sovvenziona la ricerca e non produce lavoro, oggi come ieri e costringe gli italiani a cercare lavoro all'estero.
E' un problema vecchio, mancano soldi per lo sviluppo ma si sovvenzionano missioni militari costosissime all'estero.
E' un atteggiamento incomprensibile.
29 giugno 2010
da Chiara
Ma io sono contadina, in quanto i miei nonni lo erano, sono un pò signora, perché ho preso in parte dalla mia mamma.
Sono anche molto passionale, e rivendico la mia passione. Quindi non vedo perché dovrei affinarmi, anzi come posso farlo?
Comunque Bob il tuo ragionamento in parte lo condivido, anche se conosco tante persone che vivono all'estero, e sapessi cosa darebbe pur di ritornare a vivere in Italia.
Non posso accettare che tanti Italiani che vivono qui, criticano di continuo l'Italia, definendolo un Paese di ignoranti.
Noi nel mondo in termini di civiltà e di arte abbiamo molto da insegnare.
Quando vedo i turisti incantati di fronte alle nostre opere d'arte, mi brillano gli occhi, e dico a me stessa, che per nulla al mondo potrei lasciare il mio Paese.
In Francia ho conosciuto una donna, che tutte le mattine si reca alla stazione per guardare i treni destinazione Italia.
E' un ulteriore motivo d'orgoglio per me.
Certo l'Italia ha i suoi problemi, però invece di criticarla, senza pietà, come fa Marco, cerchiamo noi di migliorarla.
E' un dovere che ci hanno insegnato i nostri nonni, coloro che hanno sofferto lasciando l'Italia.
Chiara
29 giugno 2010 - Milano
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